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domenica 26 giugno 2011

La Repubblica delle Procure

Quando lo Stato s’impiccia di quel che fanno e di che cosa si dicono tra di loro i cittadini, i cittadini diven­tano sudditi e lo Stato diventa una tirannia. Quando la segretezza delle comu­nicazioni private è sistematica­mente violata e la loro registrazio­ne è pubblicata dai giornali e tra­smessa da radio e tv, il potere pubblico si trasforma in potere totalitario.
Non c’è obbligo di azione penale che possa mini­mamente giustificare il romanzo a puntate degli origliamenti che in Italia, e solo in Italia, si scrive e si pubblica ogni giorno.
Anzi, la Costituzione impone la tutela della segretezza del­le comunicazioni, salvo eccezioni precise e penalmente legittimate. E allora, perchè succede?
Perchè l’origliamento abusivo travestito da azione legale, con la pubblicazio­ne spensierata sui giornali o la tra­smissione via etere di conversazioni private, non viene punito?
Siamo arrivati alla Repubblica delle Procure, un sistema che travolge persone e funzioni a prescindere dagli esiti del­le indagini e dei processi, e riserva la gogna preventi­va al cospetto dell’opinione pubbli­ca.
Chi potrebbe fermare questo REATO (già previsto dalle attuali leggi) è il CSM ed il Presidente della Repubblica. ENTRAMBI TACCIONO.
Eppure la questione non riguarda affatto la sola maggioranza di governo. Infatti, chi ha impedito alle cooperative di sinistra di «avere una banca»? Le intercetta­zioni. Chi ha stroncato la carriera poli­tica del leader forte del centrosini­stra, Massimo D’Alema? Le intercetta­zioni. Chi fece cadere il malandato go­verno dell’Unione presieduto da Ro­mano Prodi? Le intercettazioni.
In tutti i casi il risultato non è stato l'esito di un processo, ma solo la pubblicazione preventiva delle intercettazioni.
Napolitanooooooooooooooooooo, Scetate.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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