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sabato 20 novembre 2010

Parliamo di Uomini

Che Uomo è uno che, a parole, non ha paura della camorra ma ha PAURA di confrontarsi in un dibattito pubblico, con colui che ha infangato, senza nemmeno permettergli di difendersi? Uno che fino a ieri lodava Maroni, e oggi lo paragona a "Sandokan"
Che credibilità ha?
Uno che ha citato un consigliere della Lega, né INDAGATO, né ARRESTATO e NON un sindaco del PD, Tiziano Butturini, ex sindaco del Pd di Trezzano sul Naviglio, ARRESTATO, corrotto dalla n'drangheta, ed anche un consigliere comunale del PDL.
Uno che parla della Lega come "interlocutrice" con la criminalità organizzata, quando mai è stata sciolto un consiglio comunale per infiltrazioni con la stessa, mentre c'è una storiografia delle connivenze del PD lunga un chilometro.
E non aggiungo altro, usare la lotta alla criminalità organizzata per sporchi interessi di bottega, non solo è IMMORALE ma anche CRIMINALE,
Visto che a "vieni via com me" si leggono degli elenchi, leggetevi questo elenco (alla fine di ogni pagina premete su "older entries", è un elenco infinito)
http://www.camelotdestraideale.it/category/mafia-camorra-e-centrosinistra/

ma..............parliamo di cose serie che non trovate su Repubblica nè sul fatto Quotidiano.
Edi Pinatto, quel giudice che impiegò otto anni per scrivere una sentenza, ha rischoiato di perdere il record.
Stavolta Enrico Trmarchi ha impiegato 4 anni e mezzo per ‘elaborare’ le motivazioni di una sentenza a danno delle cosche di Sant’Ilario dello Ionio emessa il 3 marzo del 2006.
Si trattava di associazione mafiosa, traffico d’armi, traffico di droga e omicidi.

Storia diversa viene da Rieti e la si legge solo sulla "cronaca locale" del Messaggero; due soggetti sono stati rinviati a giudizio dopo otto anni dal crimine commesso: reato prescritto e tutti a casa.
Il Messaggero evidenzia cha la procura di Rieti non soffre di carenze di organico e, nonostante questo, l’arretrato e i processi lumaca sono aumentati rispetto al passato.

Il che forse potrebbe significare che qualche cosa ‘da sistemare’, nei tribunali italiani, c’è. Perché altrimenti, lasciando le cose invariate, a pagare sono sempre gli stessi: quei cittadini che, talvolta anche loro malgrado, sono costretti ad affidare la loro esistenza ad esseri umani che indossano (talora anche indegnamente) una toga.

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