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martedì 2 novembre 2010

chiaro e cristallino

Ormai è tutto chiaro: Fini ha venduto al cognato un bene non suo al prezzo almeno tre volte inferiore al valore di mercato. E' emerso anche che Fini era a conoscenza che ci sono state offerte almeno di un milione di euro per l’acquisto dello stesso appartamento. E per nascondere il losco affare sono state costituite due società off-shore.
Due sono le ipotesi: o Fini ha voluto fare un regalo al cognatino, oppure ha dichiarato un prezzo di vendita inferiore per evadere le tasse.
Fini poteva anche regalarlo l’appartamento al cognato o a chiunque altro, se fosse stato suo, ma il fatto è che apparteneva ad An, ossia ai suoi iscritti. Quindi egli li ha frodati. Tanto è vero che due di essi hanno promosso la causa per frode fraudolenta.
E' esattamente lo stesso reato di Tanzi, che trasferì il tesoro parmalat alla figlia: svendita di beni non propri.
La differenza è che Tanzi sta in galera.
Il reato esiste e dunque non è possibile che la magistratura archivi tutto.
Queste cose avvengono nelle dittature, dove la magistratura è asservita al potere.
Ma noi siamo in una democrazia, non dobbiamo dimenticarlo. E se applichiamo i metodi delle dittature, si compie un atto eversivo.
Fini è colpevole, e se la magistratura non lo riconosce, crea un vulnus nel diritto dalle proporzioni disastrose.
Come pure lo creerà se nessuna procura, quella romana in testa, non aprirà un fascicolo a carico di Fini a riguardo delle sue provate raccomandazioni in Rai per sistemare, e con successo, i propri familiari.

O dobbiamo interpretare che questo buonismo è il prezzo che la magistratura deve pagare perchè Fini non faccia fare la riforma del sistema giudiziario?
Ma Morfeo ora dorme; si vegliò solo per dire "Basta a sparlare di Fini".

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