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giovedì 21 ottobre 2010

Scajola: giustizia è fatta

Era maggio 2010 quando questi fatti, oggetto di investigazione da parte della Procura di Perugia, furono resi pubblici; Ecco i fatti (che risalgono al 2004):
Scajola ha comprato un appartamentino a Roma, vista Colosseo, e lo ha pagato 600.000 euro; c'è un atto di compravendita e c'è anche l'accensione di un mutuo.
Più o meno nello stesso periodo, sul conto corrente della proprietaria che ha venduto la casa, c'è un versamento di 900.000 euro da parte di società che conducono ad Anemone, un imprenditore molto impegnato in opere di ristrutturazione e ricostruzione.
Ebbene, era maggio 2010 quando gli inquirenti perugini ipotizzarono che la casa valeva molto di più dei 600.000 euro pagati da Scajola e che quei 900.000 euro di Anemome fossero il frutto di una regalia per un qualche favore ricevuto.
Bene indagare: una società che si basa sul diritto, funziona proprio così.
Ma una società non è più di diritto se queste informazioni, non ancora avallate da nessuna prova, vengono dalle Procure passate ai giornali.
E' successo dunque che il tam-tam mediatico ha trasformato in realtà quello che era solo un'ipotesi investigativa.
Conclusione: tutti ritenemmo verosimile l'idea che il ministro avesse ricevuto 900mila euro in cambio di un qualche favore, anche se nessuno era in grado di dire di quale favore si trattasse, e il ministro Scajola fu costretto a dimettersi.
Cosa è accaduto da allora?
E' accaduto che i magistrati hanno indagato a destra ed a sinistra ma non hanno trovato nessun collegamento tra quei 900.000 euro e la casa di Scajola. Niene, nulla di nulla.
Tant'è che a Scajola non è giunto mai nessun avviso di garanzia e mai lo avrà.
Ma, per taluna magistratura, Giustizia è fatta: cioè un ministro di Berlusconi è stato sputtanato e costretto alle dimissioni e nell'opinione generale resterà sempre che Scajola è un disonesto.
Giustizia è fatta.

Ma....vi ricordate la campagna dei giornali sinistrati su questo argomento? Venne addirittura pubblicata la "lista Anemone"; cioè l'elenco delle persone "vip" presso cui Anemone aveva svolto la sua opera di ristrutturazione e ricostruzione. Tutti sputtanati, perchè mai nessuno ha indagato per chiarire quali lavori siano stati regolarmente pagati e quali invece siano stati frutto di regalie.
Ecco, leggetevi l'articolo di quel periodo pubblicato da Repubblica che, siccome nell'elenco c'era anche il nome di Pupi Avati, Repubblica ci tenne a contattare Pupi Avati e precisare che Pupi Avati ha dichiarato che "è tutto regolare".
Ecco un'altra faccia del giornalismo italiano: se Pupi Avati dice "è tutto regolare", lui è innocente; se lo dice Scajola, lui è da sputtanare.
http://www.repubblica.it/politica/2010/05/13/news/pi_di_400_nomi_vip_ecco_la_lista_anemone-4026164/

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