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giovedì 4 marzo 2010

Pivelli

E' un momento difficile per il PdL, perchè questa volta l'hanno fatta grossa. E per rimediare dicono delle castronate degne del cestino, perchè se chi governa un paese dice che non conta se un timbro è tondo o quadrato, se una firma c’è o non c’è, se si arriva in tempo o in ritardo, chi glielo spiega poi ai cittadini che è loro dovere pagare le tasse nei tempi fissati, presentare le domande per le badanti entro la scadenza, conciliare la multa entro i 60 giorni previsti?
Quindi, per piacere, almeno tacete.
Al limite è più conveniente dire: abbiamo sbagliato, è colpa nostra, ma dobbiamo porre rimedio perchè non si può negare il diritto al voto a milioni di cittadini.
E' sufficiente il Tar?, o ci vuole un decreto come fu fatto nel '95 e nel '94? Non lo so. Ma la battaglia per il diritto al voto dovrebbe essere combattuta da tutti, specie da quelli che si riempiono la bocca con: "Non la penso come te ma mi batterò perchè tu possa sempre esprimere il tuo pensiero" e che oggi invece si limitano a dire "le regole vanno rispettate".
Apprezzo invece Mario Adinolfi (PD) che sul suo blog contesta le esclusioni di candidati e liste di centrodestra dalle prossime regionali e scrive: "Se fosse successo a noi del centrosinistra saremmo già in piazza" e "se i giudici escludono Formigoni in Lombardia e il Pdl a Roma, vanno oltre il loro ambito e compiono un atto che somiglia ad un golpe. Voglio che il centrosinistra vinca le elezioni, senza scorciatoie e soprattutto senza appoggiarsi alla magistratura, perché se passa questo precedente le conseguenze possono essere pericolosissime per la democrazia. Se fosse successo ai nostri saremmo già in piazza: la democrazia si difende sempre e la possibilità degli elettori di centrodestra di votare il centrodestra va salvaguardata anche da noi di centrosinistra".

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