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giovedì 30 dicembre 2010

Salvo che......

La guerra continua, ma noi facciamo finta di non saperlo.
Un centinaio di morti in Nigeria, a causa della guerra dichiarata contro i cristiani dal fanatismo islamico, non ci preoccupano. La notizia passa quasi in sordina, potrebbe rovinarci il Capodanno.
Gli attacchi, con uso di armi, bombe ed esplosivo, sono stati rivendicati da un gruppo islamista africano il cui nome, tradotto in italiano, è già tutto un programma “Popolo devoto agli insegnamenti del Profeta per la propagazione della Jihad“. Insomma, gente che ha fatto della “guerra santa” all’occidente ed agli infedeli, la propria ragione di vita.
Questo è solo l’ultimo degli espisodi di violenza contro i cristiani. Ormai la serie si allunga di giorno in giorno. Basta ricordare cosa è successo in India, Pakistan, Indonesia. Una vera e propria caccia al cristiano, chiese distrutte o bruciate, meglio se con i fedeli dentro.
Ma i pacifisti non organizzano cortei, i buonisti non lanciano appelli, Annozero non fa puntate speciali, Report non se ne occupa, l’Onu è in altre faccende affaccendata e la strage continua. Anzi, il nostro impegno quotidiano è quello di garantire in casa nostra tutti i diritti possibili agli islamici. Le nostre parole d’ordine sono l’accoglienza, la tolleranza, l’integrazione, il multiculturalismo.
A queste regole democratiche possiamo aggiungere: salvo che......?

La Ferrario è stata Santorizzata

Mario Missiroli usava dire che è sempre meglio fare il giornalista che lavorare. È ancora vero.
Proprio mentre si chiede ad operai che guadagnano 1200 euro al mese, ed anche meno, di accettare più flessibilità e meno diritti, a Tiziana Ferrario, conduttrice del Tg1 per 28 anni, era stato proposto di fare l'inviata speciale, ma un giudice ha sentenziato che deve essere rimessa a condurre quello stesso Tg alla stessa ora perché la sua sostituzione è stata frutto di una discriminazione politica da parte del suo direttore Augusto Minzolini.
A me la Ferrario è sempre piaciuta: poco diva, molto professionale, dimessa e seria come poche. Ma davvero non si capisce come si possano esercitare le prerogative che il contratto giornalistico riconosce ai direttori in un’azienda come la Rai, dove è il giudice ormai a stabilire regolarmente orari e ruoli del lavoro giornalistico e palinsesto dei programmi.
Minzolini potrà anche non piacere, ma un giudice che ne prende il posto mi piace anche meno.
E ora? ora la povera Ferrario dovrà farà la conduttrice a vita, fin quando sarà lei a decidere di smettere, definendo anche la relativa buonuscita (alla Santoro).

Perchè si parla di Battisti?

Perchè ci preoccupiamo di Cesare Battisti che il Brasile non vuole estradare in Italia dove l'aspetterebbe una condanna all'ergastolo?
O meglio, perchè il caso Battisti fa notizia? questo non lo so spiegare.
Infatti sono ben settantasei i terroristi ancora latitanti inseguiti da condanne definitive mai eseguite ed all'antiterrorismo dicono che è inutile darsi da fare, per stanarli, perché intanto i Paesi che li ospitano non li estradano in Italia.
Il caso di Cesare Battisti è solo l´ultimo di una serie di no all´estradizione giunti da Stati di mezzo mondo, dalla Francia al Nicaragua, dal Giappone all´Argentina alla Spagna ed anche dal Brasile dove da anni vive come "rifugiato politico" Achille Lollo, accusato del rogo di Primavalle dove morirono arsi vivi i fratelli Mattei.
La stragrande maggioranza dei terroristi riparati all´estero sono ex militanti brigatisi, ma fra loro ci sono pure esponenti del terrorismo nero come Delfo Zorzi, processato e poi assolto per la strage di Piazza Fontana; Ora vive in Giappone, fa l´imprenditore, ha ottenuto là la cittadinanza e non c´è alcuna speranza che possa essere estradato in Italia.
Analoga situazione ha protetto Alessio Casimirri, condannato all´ergastolo per l´agguato di via Fani, ma "libero" cittadino del Nicaragua le cui autorità hanno sempre respinto le richieste di espellerlo avanzate dal governo italiano.
Leonardo Bertulazzi, ex Br, catturato in Argentina, è stato là dichiarato «non estradabile».
Germano Fontana, ex Prima Linea, viene liberato dalle autorità spagnole.
Il caso di Marina Petrella ha definitivamente tolto ogni speranza agli investigatori italiani di riportare in Italia i terroristi che a Parigi hanno trovato rifugio grazie alla "dottrina Mitterrand": contro il rimpatrio dell´ex brigatista condannata per il sequestro Moro scese in campo la first lady francese, Carla Bruni. E Sarkozy negò l´estradizione.
Tanti altri ex-terroristi non vengono neppure pìù cercati; la ragione è che è inutile spendere tanti soldi in investigazioni internazionali se poi non viene concessa l'estradizione.
Allora, perchè si parla tanto di Battisti?

Un parlamento inutile

C'è un ordine ben preciso in tutte le questure d'Italia: lasciate perdere i clandestini tanto non ci sono conseguenze per loro.
Ecco i danni inferti ai cittadini da una magistratura politicizzata che ha come obiettivo quello di stravolgere o distruggere le leggi del centrodestra.
Poi si chiedono perchè la fiducia degli italiani nella magistratura sia a livelli bassissimi…

martedì 28 dicembre 2010

La stessa musica

Sentire il leader Maximo dire dei magistrati le stesse cose che Berlusconi dice da un sedici anni, fa un pò rifleettere, ma mai mi sarei aspettato che anche il Tonino nazionale parlasse il linguaggio di Berlusconi (a parte la grammatica).
Evocare gli stessi spauracchi, inciampare nelle stesse trappole fa, a dir poco, tenerezza.
Ecco il fatto:
Nella conferenza stampa di fine d’anno, Telese, del Fatto Quotidiano, sciorina a Berlusconi le malefatte di un po’ di suoi ministri ed ex ministri. Lui, il Cav. si difende con la flebile teoria della mela marcia: “Sono casi spiacevoli, ma su 100 persone è impossibile trovare 100 santi, qualcuno può essere abbastanza lontano dalla santità. Succede nell’apparato umano, succede in tutta la società. Succede perché l’uomo e la donna non sono esseri perfetti”.
Insomma, in politica, come nella vita la perfezione non è di casa.

Tonino Di Pietro parlando della sua Italia dei Valori, quando nel partito e dintorni (Micromega) gli fanno le pulci sulla questione morale di casa sua, ecco che le vesti del poliziotto nazionale lasciano spazio a quelle dell’assolutore: “Sulla questione morale non v'è dubbio che un partito che nasce dal nulla, un fiore spontaneo, ogni tanto si trova a vedere nel proprio campo qualche erbaccia cattiva”. Mele marce, erbacce cattive, la musica è la stessa.
Ma non basta: Di Pietro è costretto a promettere: “Voglio rassicurare tutti sul fatto che c'è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente, del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio... Voglio tranquillizzare tutti sul fatto che, piano piano, l'acqua sta diventando pulita”.
Bene dunque, quelli pronti a gridare “galera, galera” al minimo sgarro possono stare tranquilli: “se ne parlerà in un esecutivo nazionale”. Quanto al loro amato partito, quello della giustizia e legalità sopra ogni cosa, finora è stato acqua torbida, ma presto “tornerà pulita”.
Ma non è finita. Perché di Pietro ha una spiegazione per questo attacco: “Mi attacca chi vorrebbe prendere il mio posto”. Il riferimento è ovviamente a Luigi De Magistris, in prima fila a chiedere pulizia nel partito dei puliti.

Anche qui l’eco berlusconiana è lampante. Infondo anche il Cav. spiegava gli attacchi di Fini in nome della legalità come un pretesto per farlo fuori.
Nemesi triste quella di Di Pietro: trovarsi in difesa ad usare gli argomenti del suo acerrimo nemico. Manca solo che dica che i magistrati sono la principale minaccia del paese, e lui D’Alema e Berlusca potranno fondare un nuovo partito.

Vessati da Berlusconi

Quando una funzionaria di terzo livello dell'ambasciata americana a Roma scriveva che “Berlusconi dorme poco”, i giornali "liberi", quelli cioè impegnati nella lotta eterna contro il Male Assoluto incarnato da un settantaquattrenne viveur, titolavano a nove colonne, aprivano le edizioni online con la (presunta) notizia a caratteri cubitali, scrivendo editoriali indignati e preoccupati sul ruolo del Paese messo a repentaglio da un Premier facile all’abbiocco.
E ci dicevano che Assange meritava ascolto, che la sua opera era meritoria e giusta, che i file scippati erano assolutamente veritieri, credibili e fondamentali per capire cosa pensa uno Stato dell’altro.
Perfetto.
Ora che invece esce fuori che D’Alema ha detto all'ambasciatore degli Stati Uniti che “La Magistratura è la più grande minaccia per lo Stato Italiano", il tutto diventa ciarpame, robaccia, gossip, carta straccia.
E il motivo sapete qual è? Beh, “Massimo D’Alema ha smentito”.
Quando smentisce Berlusconi, è un bugiardo; quando lo fa D'Alema.......
La solita coerenza della stampa italiana che, comunque, ed è sempre opportuno ricordarlo, è vessata e schiacciata quotidianamente dal terribile potere berlusconiano.
Sarà che a Natale abbiamo da esser buoni, ma è stato notato che tal bomba mediatica, uscita il 24 dicembre, è completamente sparita dai Tg e dai giornali del 25 dicembre.

Qui la faccenda sarebbe un pò più seria; infatti, mentre gli altri “spetteguless” di Wikilieaks che riguardano l’Italia, finora si sono limitati a riportare “informative” di funzionari dell’Ambasciata Usa basati su quello che costoro leggevano sulla stampa italiana, ben diversa è la faccenda che riguarda il D’Alema.
L'ambasciatore Spogli infatti, relazionava il suo Paese circa conversazioni avute a tu per tu con Baffino. Sarebbe stata dura, per D’Alema e i suoi compagnucci, sostenere che Spogli non si lava le orecchie la mattina o che addirittura si è inventato tutto.
Ma, non a caso, la notizia è completamente sparita dai media nazionali. Beh, certo che se qualcuno avesse continuato a tenerla viva, sarebbe potuta anche arrivare una secca conferma dell’accaduto da parte del diplomatico statunitense: sai come sono poco bizantini, gli Yankees. Allora, meglio tacere.....sempre sotto il dominio assoluto di Berlusconi

domenica 26 dicembre 2010

condannati al suicidio 2

Scommettiamo che la Consulta bloccherà la riforma Gelmini perchè incostituzionale?
E che ci vuole a trovare un cavillo per quanto riguarda la norma che vieta l'assunzione di parenti nello stesso ateneo......volendo si potrebbe trovare un cavillo per ogni norma della riforma.
Già, volendo.....e la Consulta vuole.
Faccio un sempio, un rettore che ha superato 8 anni di incarico dovrà lasciare il posto. Ovviamente adisce le vie legali. Ovviamente il pm solleva il dubbio di incostituzionalità. Ovviamente la Consulta (costituita da 11 persone di sinistra e 2 di destra)...troverà il cavillo giusto per definire incostituzionale la norma.
Pronto a scommettere.

sabato 25 dicembre 2010

Che fine

Fino a pochi giorni fa Fini era osannato dalla stampa di sinistra e i leader della sinistra gli facevano piedino sotto il tavolo: Prime pagine, talk show, dichiarazioni a raffica.
Il suo compito era quello di mandare a casa Berkusconi, ma tutti sappiamo com'è finita. E Ora? Dopo il voto del 14 dicembre, ora Fini, da assoluto protagonista del panorama politico italiano, è stato ridotto a semplice comparsa: Ora Pd e PDl cercano di colloquiare con Casini. e Fini?
Nell’oblio, costretto a farsi dettare la linea da Casini e ridotto a condividere con Rutelli (ripeto Rutelli…) un briciolo di visibilità, allo stesso livello di La Malfa, Guzzanti, Melchiorre e Cesa.

Sereno Natale


Condannati al suicidio

Il socialista Josè Luis Zapatero, non pago di aver assunto, giusto qualche giorno fa, talune decisioni di “destra” come quella di privatizzare le società che gestiscono gli aeroporti di Madrid e Barcellona, e ridurre le tasse alle imprese con fatturato fino a 300.000 euro, ha deciso di stupirci con altri effetti speciali: infatti, non essendo un politicante pavido e di modesto valore, ha deciso di mettere mano ad una seria riforma del sistema previdenziale onde innalzare l’età pensionabile da 65 a 67 anni.

Perché? Perché deve fronteggiare una crescita esponenziale del debito pubblico: lievitato in un anno del 18% e arrivato – incredibile – al 57,7% del Pil.
E noi che abbiamo un debito al 118,2% del Pil, nonché lavoratori che accedono al rapporto di quiescenza a soli 59 anni, invece, non facciamo una beneamata fava e passiamo il tempo a chiacchierare del più e del meno.
Un modo come un altro per suicidarsi.

venerdì 24 dicembre 2010

....ma và

’’Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l’ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha detto lo scorso anno all’ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura e’ la piu’ grande minaccia allo Stato italiano’’.
Lo scrive l’ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, in un cable del 2008 targato Wikileaks e pubblicato da El Pais.

dal giorno alla notte

1. la mattina si sveglia e tuona contro il cesarismo e il partito proprietario;
2. la sera esce da casa e fonda un partitino che si chiama come il titolo di un suo libro e ha il suo nome in primo piano;
3. la mattina vota una legge elettorale che gli consente di scegliere i suoi parlamentari e vincolarli ai suoi piani;
4. la sera va in giro a dire che quella legge fa schifo e ora bisogna cambiarla;
5. la mattina ordina ai suoi ministri di dimettersi dall’incarico di governo;
6. la sera dichiara che per la sua poltrona la parola dimissioni non esiste;
7. la mattina dice che non può fare campagna elettorale per le elezioni regionali del Lazio perché lui è super partes;
8. la sera prende la macchina va a Bastia Umbra e da leader di partito chiede le dimissioni del premier;
9. la mattina s’affaccia alla finestra e dice: sono presidenzialista;
10. la sera chiude la finestra e proclama: sono parlamentarista.
11. La mattina convoca deputati nel suo ufficio di presidenza per arruolarli nel voto di sfiducia al governo.
12. La sera dice che per dimettersi gli devono dimostrare la sua parzialità.
13. La notte vieta che in parlamento si apra una discussione sulla sua parzialità.
Mi fermo qui, è Natale. Auguri a tutti i lettori.

lunedì 20 dicembre 2010

Da dove viene la violenza?

Dario Franceschini:
“Siamo al livello massimo di emergenza democratica, i rischi sono fortissimi. Prendiamo un insegnamento dalla storia: i nostri padri, prima di fare le lotte partigiane, non si domandavano ‘sei per la monarchia o per la Repubblica?’. Prima liberarono il Paese e poi iniziarono il confronto politico. Dobbiamo ragionare allo stesso modo”.

Sono dichiarazioni che istigano alla violenza. Credo che siano al limite del lecito, e forse lo oltrepassano.
Poi candidamente ci chiediamo da dove viene la violenza.

domenica 19 dicembre 2010

Un Divorzio Cattolico

Dell'Udc Casini diceva di essere l'unico partito con una linea politica decisa, l'unico riferimento e baluardo per i cattolici.
Ora, lontano dalle elezioni, dice di non essere interessato ad alcuna alleanza.
Veramente i fatti dicono che......durante le elezioni si allea proprio con tutti: A partire dall'alleanza con la Bresso, nelle regionali piemontesi, dall'alleanza con Caldoro nella campania, dall'alleanza con Lombardo in sicilia. (sono solo tre casi esemplificativi, ma la lista delle alleanze è molto lunga).
Ora, a livello nazionale, ha stretto un accordo con il laicista Fini e con l’Api di Rutelli e dell’anticlericale Boselli.
Il leader UDC può ancora considerarsi un valido punto di riferimento per i cattolici?

sabato 18 dicembre 2010

Il peccato originale

Che differenza c’è fra il signor Giorgio Marinelli e il signor Luca Rotini?
Nessuna: sono due dipendenti dell’Azienda dei trasporti di Roma (Atac). Di più, entrambi hanno un papà body-guard di altissimo livello.
Il papà di Giorgio ha fatto il capo-scorta del sindaco di Roma. Il papà di Luca pure.
Eppure l’assunzione di Giorgio all’Atac è diventata uno scandalo nazionale, un titolo da prima pagina. Quella di Luca una curiosità da articoletto nelle pagine di cronaca locale. Perché la differenza fra Giorgio e Luca non è nel posto di lavoro e nell’eventuale raccomandazione ricevuta per ottenerlo grazie al lavoro di papà.
La differenza fra i due sono i sindaci a cui i papà facevano da caposcorta. Per Giorgio il sindaco di riferimento è Gianni Alemanno. Per Luca Walter Veltroni.
E che differenza c’è?
Tutta la differenza del mondo: Alemanno è di destra, Veltroni di sinistra. Di più: Alemanno non è manco di quella destra che oggi è ammessa all’onore del mondo e dell’alta società guidata dal cognato di Giancarlo Tulliani. No, Alemanno è di quella destra brutta, sporca e cattiva che sta dalla parte di Silvio Berlusconi.
E’ lì il vero scandalo, non parentopoli.
E’ nel peccato originale lo scandalo, non nel raccomandare il figlio di un proprio collaboratore per fargli avere il posto fisso. Perché se mai questo l’avesse fatto Alemanno, è scandalo, odiosa prepotenza, prevaricazione dei deboli. Se invece l’avesse fatto Veltroni, che è nato senza quel peccato originale, lo scandalo non c’è: sarà stata una debolezza di cuore, un impeto di generosità, una battaglia giusta per fare avere a un debole quel che altrimenti avrebbero negato.

Questa vicenda parallela, che proprio in questo modo si è riflessa su gran parte della stampa, è il vero specchio di questo paese, ed è anche il termometro più sincero del potere reale, quello che nemmeno un ventennio berlusconiano è riuscito a scalfire.
L’Italia del Corrierone della Sera, della Repubblica, della Stampa, di Confindustria, dei baroni universitari, degli scrittori, dei cineasti, degli intellettuali, dei banchieri, dei magistrati, dei salotti buoni, quella del potere vero, l’Italia regnante che ama fingersi sopra e oltre ogni parte così da emettere giudizi e condanne che hanno il timbro della divinità e della verità.
Sì, la vicenda delle assunzioni all’Atac di Roma è proprio il più limpido riflesso di quella piccola e potente Italia che tutto decide e può, ma una sola cosa non è riuscita a dominare e usare a suo piacimento: l’avventura politica di Berlusconi. Hanno provato a usarlo, cavalcarlo, dominarlo, metterlo in un angolo, denigrarlo, distruggerlo. Ma non gliene è riuscita nemmeno una. Eppure testardamente cercheranno ancora all’infinito. Tangentopoli, mafiopoli, sessuopoli, wikileaksopoli, ora parentopoli: fanno la cose in grande, mica si scherza.
Ma lui è così coriaceo…
Ma gli italiani alla fine sono meno fessi di quel che loro credono. Apri la Rai e guardi il professore di turno che ospite della conduttrice alla moda scuote la testa. Lei lo provoca: “ma professore, dove andremo a finire con questi comportamenti del presidente del Consiglio?”. E lui, il professore Stefano Rodotà, dottrina pura dalle cui labbra pendere: “Lo dico da intellettuale: in rovina, in rovina…”. Ma che intellettuale e intellettuale superpartes: Rodotà è stato per lustri parlamentare del pci, poi il primo presidente del Partito democratico della sinistra. Non c’è uomo di parte più di lui.
Ieri aprivi Radio radicale e sentivi all’ora di pranzo un’intervista a Giuliano Amato che spiegava che “sa come sono i politici? I politici parlano troppo..” e via con banalità su questi “politici”. Lo sentivi e ti chiedevi: “ma che mestiere ha fatto Amato tutta la vita?”. Era l’ombra di Bettino Craxi, e poi se ne è dimenticato. Era il premier che una notte si fregò il sei per mille sul conto corrente di tutti gli italiani. E poi se ne è dimenticato. Era il primo presidente dei Democratici di sinistra. E poi se ne è dimenticato. E a forza di dimenticarsene è sempre buono da usare per strologare su tutto, dal suo empireo super partes. Solo che lui dimentica. E con lui chi vuole fare dimenticare.
Ma gli italiani non dimenticano. Prendi in mano un giornale e scopri che Carlo Azeglio Ciampi ha compiuto 90 anni e che è un padre della Repubblica anche se quando questa veniva fondata lui era in tutt’altre vicende affaccendato. Scopri anche che è un modello superpartes. Di più: è il simbolo stesso di quello che oggi l’Italia che conta vorrebbe tanto: il governo di responsabilità nazionale, un Super Ciampi premier. Per questo infastidisce tanto la realtà: che con Ciampi al governo il suo ministro della Giustizia, Giovanni Conso, graziò centinaia di mafiosi accogliendo la richiesta principale di Cosa Nostra: revocare il carcere duro. Leggi che Ciampi si indigna, protesta la sua innocenza e sostiene di avere graziato i peggiori killer della mafia a sua insaputa.
Bevendosela tutta così, che altro puoi dire se non che quel governo allora fu di “irresponsabilità” nazionale, dove nessuno sapeva quel che si faceva? Potresti dirlo, ma non lo dice nessuno.
Perché anche Ciampi fu uomo di parte, e della parte giusta: quella senza peccato originale.
Prendi un altro giornale a caso, Repubblica, e leggi articolesse grondanti indignazione sulle relazioni strette fra Berlusconi e Mohammar Gheddafi. Ci si dimentica naturalmente che quel giornale è di proprietà di uno gnomo naturalizzato svizzero, Carlo De Benedetti, che alla fine degli anni Novanta ha deciso di crearsi un piccolo impero nell’energia. E ha iniziato dal gas. Quello di Gheddafi: 2 miliardi di metri cubi all’anno per 24 anni. Così passa la paura del dittatore di Tripoli e anche un bel po’ di indignazione.
Leggi giornali e agenzie dell’Italia che conta e trovi altra grondante indignazione: quella per il mercato delle vacche dei parlamentari. Il cognato di Tulliani che facendo il presidente della Camera, li dovrebbe proteggere, li ha sbeffeggiati: siete al calciomercato della politica.
Ma è differenza da poco, come nel caso Atac: Tanto il problema è tutto lì: nel peccato originale.

Giornalisti e giornalai

Negli anni '70 c'erano quelli delle "sedicenti" brigate rosse; in seguito furono chiamati "compagni che sbagliano". Oggi siamo ai "poliziotti infiltrati" per scoprire poco dopo che trattasi di studenti già noti alle aule di giustizia per violenza.
Sempre in ritardo, signori della sinistra e con voi la stampa parallela!
Chissà se l'Ordine dei giornalisti avrà da prendere provvedimenti verso i direttori di quei quotidiani che, a lettere cubitali, hanno gettato fango sulla polizia e la Guardia di Finanza?
Certo, se ci fosse un Boffo tra le forze dell'ordine...ma questa è altra storia! Feltri paga, altri liberi invece di scrivere ...cavolate.
Grazie per l'attenzione

Il re tentenna

Dunque, nel Pd coesistono due anime, una che guarda a sinistra, Vendola e Di Pietro, ed una che guarda al centro, Casini e Fini.
Il povero Bersani è sempre costretto a stare attento a non scontentare nessuna delle due, se no il Pd si spacca.
Tempo fa Bersani aveva fatto un mezzo accordo con Vendola per le primarie nelle amministrazioni locali.
All'interno del partito ci fu un sussulto di deriva a sinistra e dopo la vittoria a Milano delle primarie da parte di una persona di Vendola, Bersani è stato messo sulla graticola.
Ora Bersani corre ai ripari e lancia un ponte verso il terzo polo e «sgonfia» le primarie. Gli elettori del Pd, a giudicare dai commenti sul sito del partito, non vogliono aprire a Fini e Casini, preferendo ancora Di Pietro e Vendola, mentre dalla dirigenza del PD spiegano che l'intenzione di Bersani non è affatto quella di rifiutare la sinistra.
Intanto Di Pietro, irritato dal non aver ricevuto alcuna risposta da Bersani sulla sua proposta di matrimonio-triangolo Pd-Idv-Sel, lancia un ultimatum: «O noi o il terzo polo».
Vendola rilancia le primarie come la più alta espressione democratica e Casini ripete: "non siamo interessati, noi abbiamo un altro obiettivo, non siamo sul mercato".
E Bersani è obbligato a stare con il piede in due scarpe, nell'impossibilità di decidere, per evitare di spaccare il partito.

Lontani dalla realtà e a nostre spese

I giudici hanno definitivamente smontato il ‘pacchetto’ sicurezza”.
Infatti a giugno la Consulta aveva invalidato l’aggravante di clandestinità e lo scorso novembre una sentenza a Sezioni Unite della Cassazione aveva poi deciso che per un clandestino basta avere figli per evitare il rimpatrio. Ora è la volta degli indigenti, i quali, anche se hanno ricevuto un provvedimento di espulsione, non sono punibili nei casi di “estrema indigenza, indisponibilità di un vettore o di altro mezzo di trasporto idoneo, difficoltà nell’ottenimento dei titoli di viaggio, o altro giustificato motivo”.
Secondo la Consulta gli irregolari che possono effettivamente essere espulsi sono solo i clandestini ricchi sfondati. Me ne presentate qualcuno?
In pratica i giudici potranno non applicare più il reato di clandestinità e per l`ennesima volta il Parlamento approva leggi efficaci per contrastare l`immigrazione clandestina e i giudici ne vanificano l`operato.
Di fatto, riconoscere lo stato di indigenza come un giustificato motivo perché i clandestini non si allontanino dal nostro paese rende inapplicabile il reato di clandestinità garantendo così a tutti gli immigrati irregolari l`impunità. Quale clandestino ora verrà non dichiarato indigente?.

In soli due giorni ci troviamo i black block con la licenza di distruggere (tutti liberi), i clandestini con la licenza di delinquere e le forze dell'ordine derise e inutilmente impegnate ad acciuffare questi delinquenti che dopo 24 ore sono liberi di sbeffeggiarli.
Ed il Pd plaude. Livia Turco e Barbara Pollastrini: "Una persona povera non può e non deve essere espulsa, è scritto nella nostra Costituzione".

Io voglio chiedere: se in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Austria.... vengono normalmente espulsi gli immigrati che non possono dimostrare di essere economicamente autosufficienti, non pensate che i nostri parrucconi della Consulta e quelli del PD stiano lontani dalla realtà?
E meno male che Maroni, in qualche modo, ne ha frenato gli sbarchi, altrimenti tutti i poveri del mondo ce li saremo trovati in Italia a "procurarsi" da vivere e curarsi gratis.....ovvero a nostre spese.

Se continuano così, Berlusconi sarà al governo per un'altra vita.

giovedì 16 dicembre 2010

E' già Natale

Scusatemi ma io sono uno di quelli che crede in Babbo Natale, e guai a che mi volesse dimostrare che non esiste; cosicchè anche quest'anno gli scrivo una letterina:
Caro Babbo Natale,
ti chiedo scusa se ti disturbo nel pieno della tua attività.
Con quella fluente barba bianca che da’ ai più l’immagine della saggezza, è mai possibile che tu non riesca a consigliare a Silvio Berlusconi come fare per allargare la maggioranza alla Camera?
E poi, su, ti prego, fai uno squillo alla signora Elisabetta e suggeriscile di consigliare al suo compagno di vita di non continuare ad inanellare figure poco edificanti: ritorni al privato, in famiglia o nel Fli che tanto è lo stesso.
Caro Babbo Natale, ti prego di considerare il fatto che, chi sta scrivendo queste righe, vive in un Paese dove chi giudica può sbagliare e non pagare mai. E per farlo, talvolta, ci impiega talmente tanto tempo che la tua fluente barba bianca, caro BN, potrebbe diventare lunga quanto la torre Effeil.
Su, ti prego, mito della mia infanzia, aiuta tutti noi: fa capire che cambiare una cosa che non funziona, come la scuola, l'Università, il bicameralismo, la giustizia, non sempre vuol dire che il cambiamento serve “ad una sola persona”, ad personam. Per capirci: se un sistema fa cagare (ci scusi il ‘francesismo’) lo stesso deve essere modificato.
Chiedi in giro a questo proposito, amico Babbo Natale, su cosa significhi il termine “casta”, quella dei magistrati, dei giornalisti, dei baroni,.....
Aiuta tutti noi, liberaci da questa gentaglia, e con la tua slitta fatti un “giro largo”: prima o poi incontrerai, su qualche tetto, un signore un po’ pelato (si chiama Pierluigi) ed una donna di una certa età (si chiama Rosy) mentre sostengono che all’attuale governo di questo Paese manca la reale maggioranza del Parlamento.
Ecco, prova tu a far capire ai due che, ammesso e non concesso che ciò sia vero, il presunto “merito” di questa situazione non è il loro ma, eventualmente, di un ex fascista (il compagno della Elisabetta di cui sopra) che ha ancora una volta ‘svoltato’. A forza di svoltare, d’altronde, spesso si corre il rischio di cappottare!
Amico Babbo Natale, infine, una curiosità: hai mai portato doni a tal Antonio Di Pietro da Montenero di Bisaccia? In caso affermativo, hai avuto anche il buongusto di pentirtene? Eventualmente confessalo, e sottovoce, soltanto a noi. Altrimenti quello ti querela pure.
Ah, un'ultima cosa, molto tempo fa portasti in dono a un tale niki un orecchino, lo sai che lo ha apprezzato tantissimo: non se lo è più tolto.

Mica siamo tutti scemi.....

Busi su Il Riformista: "La gente quando parla usa trecentocinquanta lessemi, la letteratura, quella che oggi chiamiamo letteratura, non ne ha più di millecinquecento. Io, qualcuno lo ha calcolato per me, ne ho trecentocinquantamila, e non sono affatto difficile o astruso o elitario.
C'è una bella differenza, no?
"

Gli viene però fatto notare che, nel 2010, lo scrittore più celebrato del Paese non è Aldo Busi, ma Roberto Saviano. «Non è uno scrittore, è un giornalista, sarebbe come dire che Cristina Parodi è Marilyn Monroe. Io l'ho difeso oltre ogni limite sin dall'inizio, il suo impegno civile non si discute, poi è un ragazzo in motorino e io sono così apprensivo... Mi sembra di avergli riconosciuto il minimo.
Uno che legge professionalmente, se si trova sotto gli occhi Gomorra vede un salto di stilemi - perché di stile non ce n'è - ogni dieci pagine. C'è troppa gente che c'ha messo le mani, lo senti e lo vedi, è zeppo di ripetizioni, è stato editato malissimo.
Saviano ho cercato anche di leggerlo su Repubblica. Ragazzi, gronda retorica come io cerume da decompressione aerea. E non ci racconta mai niente di sé.

Sborra Saviano? La sua mi sembra una solitudine molto affollata, un Rotary di cene da ex Cenerentole tutte col faccino tuttora contrito per mestiere... seghe collettive ho i miei dubbi... sa, l'ambiente debenedettiano è un tantino puritano e perbenista per certi schizzi liberatori non a parole.
Tante cose sulla camorra, se voglio, le trovo anche sul Mattino di Napoli, che magari trova anche, a differenza di Saviano, un trafiletto per dirci qualcosina anche del fu cardinale Giordano e della storia di usura in cui fu coinvolto col fratello. Qualcosa di sé, della sua struttura profonda, anche sociale e, ormai, societaria, non ce la dirà mai, esattamente come non ce la dice Eco e tanto meno Travaglio... Gomez, poi, meglio stendere un velo pietoso.
Sanno parlare solo d'altro, d'altri, come se loro fossero dei semplici messaggeri alati, asessuati, apolitici, senza dazio di appartenenza ideologica, di condivisione della stessa torta occultata ma non occulta, mica siamo tutti scemi.
Non sto parlando di pruriti autobiografici frustrati, io sono l'antitesi del guardone."


mercoledì 15 dicembre 2010

Citazioni esemplificative

Sartori, politologo molto stimato (dalla sinistra) è stato ospite a La7 "Nulla di Personale"; di Fini ha detto: E' peggio dell'acaro della polvere che si annida nella sua usurata poltrona su cui ha incollato con il superattack il suo pregiatissimo sedere...Che quacquaracquà il signor Tulliani, non ha nè coraggio nè dignità, ha solo fiele da vendere.
Certo che Sartori a NDP di Piroso lo ha pittato alla grandissima.
In rete c'è il video dell'intervista, ma la parte riferita a Fini è stata tagliata..chissà perchè...

Un altro che lo ha pittato è stato Moffa che ha detto: Il grande Pascal diceva, a ragione, “STUPIDO È COLUI CHE FA L’ALTRUI MALE SENZA RICAVARNE VANTAGGIO”, anzi aggiungo io, facendoci pure la figura del fesso o della Rana di Fedro che si gonfia per apparire più grossa fino a scoppiare....

martedì 14 dicembre 2010

Tutto inventato

BARBARESCHI: «Persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di Pubblico Ufficiale».
Il deputato finiano Luca Barbareschi si sfoga così lasciando l'Aula, contro la collega Catia Polidori che ha votato a favore della fiducia al governo.

Secondo Barbareschi la Polidori ha detto di avere problemi con la Cepu. Come è possibile che sia vero se Catia Polidori non ha nulla a che fare con la Cepu, i cui proprietari si chiamano anch'essi Polidori, ma non sono neppure lontani parenti di Katia?
Bugiardi si nasce, tutto inventato.

Grazie, Fini

Come elettore del PdL avevo posto in voi la fiducia di guidare l'Italia su un terreno di riforme, di rinascita, di nuovo benessere. I numeri ve li avevamo dati.
Questo è stato il tradimento di Fini, quello di avere investito gli sforzi maggiori per la suocera, per il cognato, per se stesso.
La guerra è persa, signor Fini. Lei ha buttato a mare le speranze di tutti gli elettori del PdL perchè, sebbene abbia incassato la fiducia, questo governo non ha più i numeri per realizzare gli obiettivi promessi.
Sig. Fini, ne prenda atto e ne tragga le conseguenze.
Ci privi al più presto della sua presenza dalla presidenza della camera e faccia sparire le facce dei suoi uomini dalle nostre case, dove oramai la fanno da padroni attraverso le televisioni. Almeno quella dei peggiori, di quelli che hanno dato con la loro protervia il contributi più grande alla sua rovinosa sconfitta.
Ci liberi di Bocchino, di Bruguglio, di Granata, di Barbareschi, di Filippo Rossi. Ci liberi della Moroni, ci liberi dei loro ghigni beffardi con cui abbiamo dovuto convivere in questi mesi. Faccia in modo che questa feccia sparisca insieme a lei.
Grazie in anticipo, signor Fini.

E adesso???????????????

E adesso?
Povero Fini, il suo Fli ha fatto flop. Ma non è che l’inizio della fine…di Fini, ovviamente.
Eh sì, perché dopo essersi impegnato in tutti i modi per far cadere Berlusconi ed il Governo, e dare adito ai sinistrati di gridare ai quattro venti che Berlusconi era finito, ora l’unico ad essere caduto è lui.
Non è una caduta senza conseguenze. Anzi, credo che si sia fatto molto male. Il bello è che se lo è fatto da solo. Insomma, è un classico esempio di autolesionismo politico.
Il suo Futuro e libertà diventa un futuro molto incerto. Anche perché, come è molto probabile, molti di coloro che lo hanno seguito e sostenuto in questa sua battaglia personale, più per affetto e solidarietà al vecchio leader MSI e Alleanza nazionale, che per vere motivazioni politiche, torneranno alla casa madre.
Così anche la sua fondazione Fare Futuro rischia di tramutarsi in Fare le valigie.
Beh, per male che vada, il nostro Fini flop può sempre andare a rilassarsi, ritemprarsi il corpo e lo spirito, nella casetta monegasca del cognatino.
Ma in politica mai dire mai, e non sarebbe strano che a salvarlo fosse baffino D’Alema, il lupo di mare coi baffi, che casualmente veleggerà sotto la costa monegasca sul suo Ikarus a vela da 18 metri. Mai dire mai…

Ma Fini dove voleva andare? Questo non ce lo ha mai detto, e mai ce lo dirà, visto che oggi ha dimostrato di essere incapace di tenere unito persino il suo micropartitino.....
Era sicuro della vittoria, spavaldo, fiero dei suoi diktat, delle sue minacce, delle sue imposizioni. Fino all’ultimo ha tentato di vincere, precettando perfino le incinte del suo partito, facendole accompagnare con l’ambulanza.
Ma lui è un trasformista e dirà che non è così, che Berlusconi ha avuto una vittoria numerica ma una sconfitta politica. E, con l’ennesima giravolta farà passare il suo flop come una vittoria politica e si farà passare come vittima del potere berlusconiano.
Cosa significa? che lo vedremo sempre più spesso sulle trasmissioni di Rai3 e La7.

Per quanto riguarda le sue dimissioni da presidente della Camera, la dovete smettere di gridargli di andare a casa. Lui, poverino, una casa non ce l'ha. Dove abita attualmente è solo ospite della moglie (o di Gaucci), dove dovrebbe andare? E dài, non torniamo sulla storia di Montecarlo, ormai quella è stata data, mica se la può riprendere......

domenica 12 dicembre 2010

Fini: da cacciare a pedate

Fini: "se prende dieci voti in più mi dimetto".
A parte il fatto che basterebbe un solo voto in più per farti vgergognare di essere nato, e a parte il fatto che alle tue dimissioni nessuno ci crede più (basta ricordare: "se verrà accertato che la casa è di mio cognato mi dimetto"), io non voglio che tu ti dimetta, tu devi essere cacciato a pedate.

Si o no? Quasi quasi programmo un malore

Domenico Zinzi è un deputato dell'Udc, ma è anche Presidente della provincia di Caserta.
Casini gli ha ordinato di sfiduciare il governo, ma i suoi alleati casertani del Pdl lo hanno avvertito: “Se voti contro il governo, torni a Caserta e noi togliamo la fiducia a te”. Che fare?
Negare la fiducia al governo, come chiede il leader del proprio partito? Oppure concederla, per tenersi lo scranno di presidente?
E Zinzi ci sta pensando bene: ecco perché sembra stia “programmando” un malore tecnico per il 14 dicembre.
Ma Casini non ne vuole sapere e gli inviato un “contro-avvertimento”: “Devi venire a votare”.

Napoli: mi sovviene un dubbio

Qualsiasi graduatoria si prende in mano, sia essa economica, sociale, ambientale e, piu’ in genere, sulla qualita’ della vita nei comuni italiani, Napoli è sempre all'ultimo posto.
Ma la cosa più incoerente è che l'Associazione Contribuenti Statali ha stilato la classifica delle tasse locali e risulta che i napoletani sono al PRIMO posto in Italia: per il 2011 pagheranno 2612 euro/procapite.
Ma chi paga piu’ tasse, poi non dovrebbe avere servizi migliori?
E considerando i rifiuti, l’aria che respiriamo, il traffico, lo stato delle strade, i parcheggi, i trasporti pubblici, l’ordine pubbico, lo stato delle scuole, le illuminazioni, non sembra paradossale che sono coloro che pagano piu’ tasse?

Ma il problema non è nemmeno questo; il problema è che Napoli è bloccata ogni giorno da una "sacrosanta" manifestazione per questo e per quello o a sostegno di questo e di quello, ma mai nessuno manifesta che c'è una sproporzione tra quello che si paga per ottenere un servizio e la qualotà del servizio erogato.
Come mai?
I leghisti direbbero che è un popolo bue. Io comincio a pensare che qui le tasse le pagano in pochi, e per questo motivo esse risultano così alte. Mi sbaglio?

sabato 11 dicembre 2010

Non si apre un fascicolo su Renzi?

Non mi meraviglia granchè il fatto che ora ci sia entrata la magistratura ad indagare del come e del perchè alcuni deputati abbiano deciso di votare la fiducia al governo Berlusconi.
Quello che mi ha meravigliato è che tutti i compagni hanno lapidato Renzi per la sua visita ad Arcore, ma nessuno ha chiesto alla magistratura del come e del perchè della sua visita ad Arcore.
Compagnucci, fate presto, prima che vada in prescrizione.

giovedì 9 dicembre 2010

Sogni di estate passata


Eravamo quattro amici al bar
che volevamo cambiare il mondo......
oppure
pinocchietto va al palazzo con i libri sotto braccio,
la lezione non la sa e imbecille restera'.

Il fiuto del pm

L'onorevole Antonio Di Pietro si è reso conto che se un uomo è acquistabile dalla fazione politica opposta, forse è il caso che un partito eviti di candidarlo, anche se l’offerta è allettante.
Conseguentemente, sempre l’onorevole Di Pietro sta cercando di scoprire, con il solito fiuto da Pm che lo contraddistingue, chi cavolo sia il presidente dell’Italia dei Valori che ha accettato gente acquistabile nelle sue liste, e non vede l'ora di trovarlo per insegnargli come si gestisce un partito.
Scusate la sgrammaticatura, ma mi viene spontanea quando disquisisco di questo personaggio.

mercoledì 8 dicembre 2010

A chi tocca tocca

Non è passato molto tempo da quando Bocchino andava dicendo in TV che Berlusconi doveva fare un passo indietro e cedere il comando. Poi andava dicendo che si doveva allargare all'Udc, poi ancora che questo governo poteva continuare solo a condizione del ritiro di Berlusconi a vita privata.
Ora se ne viene con: Se Berlusconi si dimette prima del 14 dicembre, va avanti fino al 2013.
Tante sono le capriole che Bocchino ha fatto in questi giorni, che proprio non ci capisce neppure lui. Crede di imbrogliare le carte. Lui, Briguglio, Granata, Urso, sono dei ragazzini che qualcuno prima o poi prenderà a sculacciate perché si sono messi a fare giochi più grandi di loro, e combinano solo pasticci.
S’illude che Berlusconi abbia quella scamorza di intelligenza che ha lui, e ancora crede nella Befana. Ma non sa che la Befana gli porterà una calzetta piena di carbone, con il quale potrà accendere un bel falò e bruciarci tutti i suoi sogni di ragazzino che voleva diventare re.
La sua fine sarà ingloriosa quanto quella di Gianfranco Fini.
Il 13 e il 14 ormai sono a un tiro di schioppo. Non so come finirà, ma se Berlusconi non darà ascolto al sempre accomodante Letta, ci penseranno i cittadini a fare pulizia, e a chi tocca tocca.

lunedì 6 dicembre 2010

Giusto?

Commentando la notizia della trattativa tra Stato e mafia nel 1993 e in particolare l'operato dell'allora ministro Giovanni Conso, il leader dell'Anm, Luca Palamara, ha liquidato la questione in maniera davvero lapidaria: “Non parliamo più di cose di 17 anni fa su cui il giudizio spetta alla storia. Serve invece una politica attenta alle questioni attuali”.

Di grazia, potrebbe il presidente del sindacato delle toghe spiegare come mai non adopera le stesse parole dinanzi al tentativo delle Procure di mezza Italia di riscrivere la storia dei primi anni '90 nel tentativo di dipingere l'attuale maggioranza come il frutto di un romanzo criminale?

Non sarà per caso che quando c'è di mezzo (o si fa credere che ci sia) Silvio Berlusconi occorre andare a scoperchiare la tomba di Giulio Cesare per contare il numero esatto delle coltellate che lo uccisero mentre quando la questione riguarda ex ministri ed ex presidenti della repubblica di passati governi di centrosinistra la faccenda dev'essere liquidata agevolmente e rimessa al giudizio della storia?
La domanda è retorica ma del resto questo è normale in un paese in cui la politica è farsa e la giustizia tragedia.

A proposito di giustizia, sono stati ufficializzati alcuni dati contenuti nel Rapporto sulla Giustizia e resi pubblici l’altro giorno: sono deprimenti.
Vediamo qualche dato il primo dei quali dimostra che, nei fatti, il Paese è diviso: al sud, infatti, la durata media di un processo penale è di 6,9 anni, mentre al nord di 3,7. Al Sud, inoltre, il 17,5% dei processi arriva a sfondare la soglia dei 15 anni.
A tal proposito ci viene in mente (ne abbiamo anche scritto da queste colonne) la vicenda giudiziaria dell’ex ministro socialista Rino Formica che ha dovuto attendere ben 17 anni per sapere (alla veneranda età di 83 anni) di essere innocente dall’accusa che gli era stata mossa: quella di aver intascato tangenti.
Nel processo civile la situazione non cambia granché: 9,7 anni è la durata media di un processo al Sud, mentre di 7,1 per quello che riguarda il settentrione. E il 16,5% dei procedimenti civili nel Mezzogiorno può andare avanti fino a 20 anni!
Infine, per quanto riguarda la giustizia del lavoro, sono necessari circa 35 mesi per vedere conclusa una controversia, mentre, per quanto riguarda i fallimenti veri e propri, il 42% di quelli dichiarati nel 2001 risulta ancora aperto dopo otto anni.

Tempi assurdi che hanno conseguenze dirette, oltre che sull’esistenza di chi è costretto ad avere a che fare con un palazzo di giustizia nostrano, anche sulle casse dello Stato: l'Italia è infatti il paese dell'Europa occidentale che subisce le maggiori sanzioni (4.219.139 euro, secondo i dati relativi al 2009) dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo, soprattutto per l'eccessiva durata dei procedimenti.

Concludo con una barzelletta che è circolata al forum di Rimini sulla giustizia.
Alfano ha chiuso i lavori del forum ed ha annunciato che i magistrati sono liberi di effettuare tutte le indagini e le intercettazioni che vogliono, ma lo devono fare durante l'ora d'aria.

domenica 5 dicembre 2010

Traditori delle necessità del Paese

Al mio caro Angelo...
Concordo che è ridicola l'accusa con cui si tacciano una quarantina di deputati eletti al Parlamento per aver abbandonato la loro casa d'origine, e averne fondata un'altra, e infine di aver firmato la sfiducia al governo, come dei traditori del partito e dei loro votanti.
Anche la Costituzione non obbliga i parlamentari ad alcun vincolo di mandato.
Dunque non sono traditori del partito, della coalizione, degli elettori.

Ma, per me, la questione non è questa; la questione va valutata esclusivamente in via politica. La riforma universitaria non diventerà legge dello Stato, come non lo diventerà la riforma della giustizia, la riforma fiscale e tante altre leggine che sono naufragate nelle macerie della crisi di governo che ha appestato la politica del paese.
Ora si vuole apre il nuovo: Bersani e Di Pietro vogliono una fase nuova, e il trio Fini, Casini e Rutelli si richiamano al nuovo che arriva a spron battuto.
I vecchi portano il nuovo, evviva!
Tutti in attesa di vederlo, questo nuovo. Tutti certi che di nuovo si tratta, dato che si oppone al vecchio. Il nuovo che inizia con una crisi al buio. 2 mozioni di sfiducia diverse non fanno un governo, ma soprattutto non fanno una linea politica. Il nuovo che nasce senza "direzione" e lo spread sui bot è immediatamente aumentato, e la trattativa Fiat sindacato si blocca.
Il nuovo nasce senza "direzione".
In questo contesto va giudicata, politicamente, la manovra dei pezzi di maggioranza che hanno scelto di portare a questa crisi politica. Hanno obbligato il vecchio a lasciare, consentendo che la crisi politica si unisca alla crisi economica.
Politicamente, è legittimo dire che sono semplicemente dei traditori delle necessità del paese? Altro che coraggiosi.

Che giustizia............

Che giustizia................
veniamo al fatto: Ciancimino Jr è colui che sta centellinando le sue informazioni e che, secondo i pm, portano a delineare una verità che si traduce in: Berlusconi ha avuto contatti diretti con i capi-mafiosi, era colui che ha investito i soldi mafiosi per costruire il suo impero e, in poche parole, Forza Italia è nata da un accordo con la mafia per fare in modo che questi mafiosi potessero continuare a fare i loro "affari" senza tanta durezza da parte del governo.
E Ciancimino, dicono i pm, è affidabile.
Ora succede che c'è una fuga di notizie e si viene a sapere che questo Ciancimino ha fatto anche il nome di Gianni De Gennaro.

Questo fatto rischia di delegittimare tutte le verità sostenute da Ciancimino contro Berlusconi, ed allora gli investigatori, pur di mantenere in piedi l'impianto accusatorio contro Berlusconi, se ne escono con: «Ha saputo mischiare cose vere con cose verosimili, false e grottesche, come nel caso di De Gennaro».

Che giustizia........

Il fetente

Questo Berlusconi è proprio un fetente.
Ci sono quattro missionari, ognuno dei quali si presenta convinto di essere un drago della politica, un mago della Repubblica, un salvatore della nazione,..... ma quel fetente di cui sopra non consente a questi magnifici quattro di poter esprimere il loro genio a vantaggio del Paese tutto.
Loro sono pronti a sfoderare tutto il loro talento di missionari redentoristi in salsa patriottica e pronti così immolare se stessi al servizio degli italiani, ma c'è un solo impedimento: quel fetente di Berlusconi.
Questi politicanti fanno il paio con gli studenti piazzaioli; tutti geni che non potranno esprimere il loro talento perchè esiste quel fetente di Berlusconi che vuole rovinare il loro futuro.
Ma c'è da dire che queste cose sono sempre successe. Non sono una novità.

Quello che non era mai successo è invece la quantità enorme di "malefatte" che si lasciano passare nel nome della lotta a Berlusconi come se non fosse successo niente.
Passa la casa di Montecarlo (che giuridicamente è uguale al caso di Tanzi, che sta in galera), passa il contratto milionario della Rai con la suocera-casalinga di Fini, passa l'inquisito per mafia Lombardo a governare la Sicilia con Pd e Fli, passa in silenzio anche l'appalto di 350 mila euro di soldi pubblici al marito della Finocchiaro come compenso per l’informatizzazione della Casa della salute di Giarre, passa il patteggiamento di Delbono per il Cinzia-gate con soldi pubblici, passano anche le parole dell'ex-ministro della giustizia Conso che confessa di non aver rinnovato il 41bis "per evitare altre stragi", che di fatto si fermarono,(ricordo che il premier era Ciampi e Presidente della Repubblica era Scalfaro), passano anche le responsabilità della Iervolino sulla monnezza napoletana (anzi è colpa di Berlusconi), passa perfino la sospensione da parte dell'ordine dei giornalisti per Feltri in quanto simpatizzante della maggioranza da parte dell'Ordine.

Sul caso Feltri voglio riportare l'art.21 della Costituzione perchè in sua difesa fu fatta una mega-manifestazione; vediamo cosa dice:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica [c.p. 57, 58bis] può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denuncia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro si intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”

Ho voluto riportarlo per intero per aggiungere che la sanzione inflitta dall’Ordine dei giornalisti a Vittorio Feltri di non scrivere per un periodo di tre mesi, viola la Costituzione.
Ma la Consulta, organo deputato a controllare che non si violi la Costituzione tace.
Cos'altro dobbiamo sopportare?
Veramente l'opposizione crede che questo atteggiamento gli porterà nuovi voti?
Chi è più fetente?

giovedì 2 dicembre 2010

Non lo leggerete su Repubblica

A proposito degli affari energetici tra Italia e Russia che danno fastidio agli americani, estraggo il seguente passo da wikileaks che ha come obiettivo quello di allentare l'abbraccio tra Berlusconi e Putin:
¶18 . (C / NF) Per affrontare il problema di petto, si è schierata una robusta e strategica diplomazia con l'intento di abordare figure chiave all'interno e all'esterno del governo. Il nostro obiettivo è duplice: educare i nostri interlocutori meglio sulle attività russe, delegittimandole, e quindi istruendo sulla politica degli Stati Uniti, in modo da creare un contrappeso ai pareri consenzienti sulla politica della Russia, in particolare all'interno del partito politico di Berlusconi. L'opposizione ha cominciato a prendere a colpi Berlusconi. Alcuni nel PdL hanno cominciato ad avvicinarsi a noi in privato per dire che auspicano un maggiore dialogo con noi sulla questione Russia e hanno indicato la loro soluzione a sfidare apertamente Berlusconi, proprio adducendo la questione Putin.

il cablogramma originale lo trovate qui, in lingua inglese: http://cablegate.wikileaks.org/cable/2009/01/09ROME97.html#par18)

Si, avete letto benissimo: I finiani sono stati avvicinati dall'intelligence americana e gli stessi finiani sono andati a bussar alla loro porta. Quale che sia la verità su Putin e su interessi legittimi italiani in materia energetica resta il fatto che a me, stando che leggo cose molto ben delineate, Gianfranco Fini e i suoi, tutto mi sembrano fuorché indipendenti e interessati agli interessi dell'Italia e della nostra nazione. C'è una manina che spinge e forse finanzia il tutto.
Oltre Fini, quali sono le "figure chiave all'interno ed all'esterno del governo"?
Casini? Confindustria? Monteprezzemolo? Draghi?

Dal momento che questa notizia non la troverete mai su Repubblica, il Fatto, il Corsera, la Stampa, per cortesia, Diffondetela

martedì 30 novembre 2010

L'unione fa la Forza

L'unione fa la forza è un vecchio detto che non si addice alla nuova formazione politica che nasce dalla fusione di Rifondazione Comunista, con il Partito dei Comunisti Italiani, con Socialismo 2000 e con Lavoro e Solidarietà.
Perchè non si addice? perchè tutti insieme sfiorano l'1%, compresi i membri del comitato direttivo composto da Paolo Ferrero, Claudio Grassi e Rosa Rinaldi per il PRC; Alessandro Pignatiello e Orazio Licandro per il PdCI; Cesare Salvi per Socialismo 2000 e Gian Paolo Patta per Lavoro-Solidarietà e compreso Oliviero Diliberto come portavoce Nazionale.
Su una cosa sono stati tutti d'accordo: togliamo da mezzo questo termine "Comunista", che porta sfiga, e chiamiamoci Federazione della Sinistra (FdS).

incavolati

Pierluigi Bersani è incavolato con Nicola Latorre che vuole far entrare nel Pd Niki Vendola per rifare il grande Pci.
Massimo D’Alema è incavolato con Pierluigi Bersani che vorrebbe fare comunque le primarie per non apparire un leader dimezzato.
Sergio Chiamparino e Matteo renzi sono incavolati con Bersani, D’Alema, Latorre e tutti gli altri dirigenti perché non chiedono di andare alle elezioni anticipate.
Walter Veltroni è incavolato con Chiamparino che invece di stare zitto fa casino.
E Beppe Fioroni e Gentiloni sono incavolati neri con i dirigenti del Pd provenienti dal vecchio Pci perché i cattolici democratici vengono emarginati e spinti ad uscire dal partito.
In tutto questo la linea scelta dal Pd per stabilire rapporti con Niki Vendola, Antonio Di Pietro, Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli, Gianfranco Fini e Luca Cordero di Montezemolo è che “senza il Partito Democratico non si va da nessuna parte!”.
E attorno a questo marasma si dovrebbe costruire il governo del Presidente?

Chiudiamola qui

Non mi è più chiaro se esiste una maggioranza al governo oppure se la minoranza è veramente tale. Troppe volte il governo sta andando sotto nelle votazioni.
La sola cosa certa è il declino occupazionale ed economico che non si arresta.
Ma, ad oggi, non si conosce ancora una proposta da parte del governo che sia globale e coerente per lo sviluppo economico ed occupazionale.
Le minoranze poi, invece che esporre le loro soluzioni, continuano con la cantilena “Berlusconi se ne deve andare” e molti media, da troppo tempo, amplificano queste stucchevoli esternazioni. Da sempre lo dice Di Pietro, da un pò lo dice Bersani, da ieri lo dicono Casini e Fini. Ognuno per il proprio tornaconto, ma nessuno che ci dica cosa vuole fare per lo sviluppo.
Recentemente anche Draghi ha proposto la sua ricetta: "normalizzare i precari della pubblica amministrazione", senza specificare con quali soldi, dimenticando o fingendo di dimenticare che l'Italia avrà l'obbligo dall'europa di stringere ancor più la cinghia per scendere il debito pubblico dall'attuale 120% all'80% del pil. (si tratterà di una manovrina da 45 miliardi di euro).

Quindi l’attuale maggioranza (se c'è ancora) ha il dovere di fare il suo compito e non deve cincischiare su provvedimenti che possano far sospettare di non lavorare per l’intera nazione. Così come deve accelerare al massimo la definizione di un progetto di sviluppo economico, inevitabilmente basato sull’incremento della produttività del sistema Paese, con un forte arretramento delle competenze dello Stato e delle eccessive tassazioni per mantenerlo .
Le minoranze decidano cosa vogliono, e possono, fare. Risparmiandoci tutti i teatrini quotidiani dei vari “esternatori”.
Ma sia il governo che la minoranza pensano ad altro; mò ci mancava pure wikileaks come arma di distrazione di massa.

Se qualcuno crede utile che Berlusconi cessi, le regole dicono che si pone una mozione di sfiducia, se si hanno i numeri e, qualora questo Governo venga fatto cadere, si ha il dovere di andare a votare. Ma, ad eccezione del PDL e della Lega, tutti dicono: “Certo è che se si dovrà andare al voto, lo si dovrà fare con una legge elettorale diversa dalla “porcata” in vigore”.
Certo, perché certo?
Perchè si deve impedire a Berlusconi di vincere, eliminando il premio di maggioranza, e si deve dare la possibiltà di esistere a Fli, Api, Mpa, Abc, def, ghi, e a tutti i microgruppi che vorranno costituirsi.
Per farlo sarebbe comunque necessario il ribaltone (costituzionalmente lecito) e poi significherebbe con tutta probabilità tornare ai governi che si fanno in Parlamento, dopo il voto, perchè nessuno può vincere. Prima Repubblica? Meglio il Porcellum.
Ma cosa c'entra questo argomento con il declino occupazionale ed economico? Esattamente NULLA? Anzi, se ci argomentiamo attorno, vediamo che si realizzerebbe l'esatto opposto di quanto necessiterebbe: altro che ridurre il peso dello Stato e la conseguente pressione fiscale.
Se si sfiducia Berlusconi, le prospettive sono l’esatto opposto.
Un governo tecnico per la legge elettorale? Il PD ha già detto che il presunto governo tecnico dovrà alzare le tasse e intervenire in campo economico: più tasse e più intervento dello stato nell’economia, con la interessante variante che recita: più tasse ai cittadini e meno a confindustria. E la legge elettorale? Cambiarla come? Alcuni dicono di voler dare la possibilità di scelta agli elettori sul candidato. Bocchino e gli ultras finiani invece dicono di voler tornare al proporzionale senza premio di maggioranza. D'alema furbamente dà corda ai finiani su questo per far cadere il governo.
Ma poi? Davvero il PD ha l’interesse a togliere il premio di maggioranza? Io non credo proprio, perchè tornerebbe la sinistra radicale e il PD stesso perderebbe definitivamente la cosiddetta vocazione maggioritaria, per dirla alla Veltroni.
D'alema sta prendendo in giro una volta di più i polli di turno. Una volta caduto l’attuale esecutivo, col governo tecnico il PD si ritroverebbe ad avere in mano tutti gli assi. Il PD darebbe avvio alla riforma elettorale per non concluderla mai e nel frattempo governerebbe facendosi ubbidire dai vari Bocchino e Fini con la clava del ritorno anticipato alle urne.
Bello scenario davvero. Francamente piuttosto che avere una situazione di crisi gestita dal PD è meglio andare subito verso la bancarotta e chiuderla qui.

Vieni via con me ....se ne è andato da solo

E' finita l'ultima puntata; tutti bravissimi.
Grazie Roberto. Grazie per le parole e le lacrime che mi vengono ogni volta che ti ascolto, le tue parole colpiscono sempre.
Adoro il modo in cui esponi i tuoi discorsi, le tue citazioni letterarie; starei ore ore ed ore ad ascoltarti, a farmi incantare dalle tue parole giuste e meravigliose. Spero che la coscienza degli italiani si risvegli perchè l'italia è nostra, è la nostra patria, la nostra madre; siamo noi L'Italia, siamo noi che dobbiamo lottare per i nostri diritti come hanno fatto i nostri antenati.
Mamma, ....che palle.
Ma non preoccupatevi cari i miei manifestanti. L'italiano è famoso per la sua capacità di adattamento e non ci vorrà molto perchè tutto torni nella melma del tacito, dell'omertà e dell'illecito.
E poi, il pericolo non sono le riforme ma la disinformazione.
Perchè un Saviano, che fa il suo monologo sostenendo il diritto degli studenti di manifestare per i loro diritti costituzionali allo sviluppo della persona umana, viene messo in prima serata, mentre TV7 che approfondisce, per la prima volta in tv, i temi della riforma e INFORMA veramente, con la Gelmini che ne illustra le caratteristiche positive e Berlinguer che ne evidenzia i punti migliorabili, inizia in seconda serata e finisce a notte inoltrata??? (una trasmissione per i sonnambuli).
Stamane, all'alba, su radio1 ho ascoltato Aldo Forbice. Molti analisti economici elogiano la riforma Gelmini e, anzi, dicono che è fin troppo "leggera". Ma....non ditelo a Saviano.

Wikileaks News

Dato il polverone che si è sollevato, Wikileaks è diventato oggetto di curiosità mondiale.
Va bene che siamo stati informati che le notizie verranno elargite con il contagocce, come in Italia fanno i pentiti di mafia, ma quello che è uscito finora dimostra solo che in Italia c'è una ampia libertà di stampa, se è vero, come è vero, che nulla di quello che è stato finora riportato da wikileaks non fosse già noto agli italiani.
In sintesi:
- Il presidente francese Nicolas Sarkozy è «autoritario e permaloso», un «imperatore nudo».
- Il dittatore nordcoreano Kim Jong-Il è «invecchiato e flaccido».
- Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe è «un vecchio pazzo».
- Il leader libico Muammar Gheddafi è un ipocondriaco dedito al botox che ama circondarsi di infermiere bionde e prosperose.
- Il presidente russo Vladimir Putin è «un maschio dominante».
- Il presidente afghano Hamid Karzai è «ispirato dalla paranoia».
- La cancelliera tedesca Angela Merkel «evita i rischi ed è raramente creativa».
- Il presidente italico Silvio Berlusconi è «inetto, vanitoso e incapace come leader, dedito ai festini selvaggi che lo rendono fisicamente e politicamente debole; è il portavoce di Putin in Europa».
Ma và?
Un consiglio ad Obama: in questo periodo di crisi economica perchè non chiude l'ambasciata a Roma e la sostituisce con un abbonamento a Repubblica? Risparmierebbe un sacco di soldi ed avrebbe notizie fresche, di prima mano.
Però, come dicevo, wikileaks dice che ha ancora tanti altri documenti da mettere on-line. E noi aspettiamo di sapere qualcosa di più. Per esempio: Berlusconi era solo il portavoce di Putin oppure anche il portaescort? E poi, mi aspetto di sapere qualcosa in più dell'affare Telekom Serbia, dei bombardamenti sul Kosovo, dei rapporti D'Alema-Hezbollah, di Ustica, dell'arrivo in Italia di Ocalan......Ecco il primo report con i commenti riguardanti i vari personaggi del centrosinistra
- Bersani: inetto, più utile a capo di una bocciofila, sa solo rimboccarsi le maniche, un funzionaretto di partito piuttosto grigio, dedito alla pratica della scalata sui tetti
- Bindi: più bella che intelligente (questa proprio non l'avevo mai sentita)
- Veltroni: diplomato in fiction, specializzato in prefazioni di libri ma anche in sconfitte elettorali
- Di Pietro: non riusciamo a comprendere quello che dice, solito farsi fotografare con mafiosi e terroristi, ha una mania perversa per i valori immobiliari, probabile laurea fasulla
- Vendola: a favore della pedofilia, gravi difficoltà in geografia, probabile schizofrenia visto che definisce “il suo orecchino una micromutazione della sua corporeità”
- Fini: in totale balia della moglie (già attenzionata in strani rapporti con imprenditore Gaucci), del cognato (sua la casa di Montecarlo) e della suocera (casalinga disperata diventata tutto d’un tratto produttrice di programmi Rai). Scarsa fiducia nella sua politica, cambia idea ogni giorno. Forte tendenza al tradimento. Capacità strategiche ridotte, visto che si fa dettare le tattiche da un tal Bocchino
- Prodi: un sonnifero umano, stiamo ancora cercando di tradurre i suoi bofonchiamenti.
- D’Alema: trafficante di barche

giovedì 25 novembre 2010

Vogliamo un Presidente

Napolitano, quando parla di scuola dice che sta dalla parte degli studenti; quando parla con gli attori dice che non si taglia la cultura; quando va alla festa della polizia dice che non si devono limitare i fondi alle forze dell'ordine; quando va al s. raffaele dice che è sbagliato non investire nella ricerca; la stessa cosa dice ai pensionati, ai precari, alla sicurezza del territorio dalle frane e dei fiumi dalle esondazioni, ecc ecc.
Siccome non è uno stupido, e conosce la condizione economica italiana, è in malafede.
Con Prodi al governo avrebbe detto semplicemente: dobbiamo stringere la cinghia ed ognuno di noi si deve impegnare ad evitare gli sprechi.

Leggete Travaglio

Per quelli che leggono solo Travaglio, oggi sul suo blog è riportato un post che dice:
Ricordate il processo a Clemente Mastella e famiglia [...]? Bene [...], il Parlamento ha deciso di abolirlo. Venerdì, alla chetichella, come si usa in questi casi, il Senato della Repubblica ha approvato per alzata di mano la proposta della giunta per le autorizzazioni a procedere di sollevare un conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato dinanzi alla Consulta contro i giudici di Napoli che osano processare l’ex ministro della Giustizia del centrosinistra, ora eurodeputato di centrodestra, senza chiedere il permesso al Parlamento. Tutti d’accordo (Pdl, Lega, Udc, Pd), tranne l’Idv.

A parte il fatto che Travaglio dovrebbe spiegare cosa significa "alla chetichella", dal momento che si è riunita ed ha votato prima la giunta per le autorizzazioni e poi il Senato, la mia curiosità mi spinge sempre a verificare quello che scrive una persona travagliata e sono andato a scovare i resoconti stenografici della Giunta per le autorizzazioni e della seduta al Senato. Eccoli:

Il 3/11/2010, il senatore Li Gotti (idv), partecipava alla seduta della Giunta per le elezioni, con i suoi colleghi del PdL, del PD e dell’UdC. "La Giunta, previa verifica del prescritto numero legale, approva all’unanimita` la proposta del relatore, dandogli mandato di predisporre la relazione per l’Assemblea".
Il 17/11/2010, sempre il senatore Li Gotti, così parlava per nome e per conto dell’IdV: La deliberazione della Giunta è ineccepibile e per questo annuncia il voto favorevole del Gruppo.

Dunque la realtà è ben diversa da quella descritta dal giornalista.
I suoi “amichetti” dell’Italia dei Valori(?) hanno sempre votato a favore delle richieste sollevate dai difensori di Mastella, assieme a tutti gli altri partiti e gruppi parlamentari. “Unanimità”.

Chi leggerà questo link, ora sa che sono solo cazzate e che Travaglio avrebbe maggiore successo se scrivesse romanzi di fantascienza. Lui non scrive le cose come esse accadono, ma come lui vorrebbe che esse accadessero. La csoa che fa più ridere che sull'intestazione del blog sta scritto: DIFENDI LA TUA LIBERTA' DI INFORMAZIONE
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/2010/11/23/salvato_il_soldato_mastello.html

La monnezza è un boccone prelibato

Sono d'accordo con "non solo napoli", (da cui traggo spunto ed alcune frasi): per i politici (di destra e di sinistra) il problema delle monnezza di Napoli sarà risolto solo dopo la primavera dell'anno prossimo. Cioè dopo le elezioni comunali che si terranno in aprile; perchè le distese nauseabonde di monnezza sono un boccone prelibato da essere usato come strumento di "comunicazione politica".
La sinistra ritiene di avere la possibilità di cancellare il miracolo berlusconiano (ai danni di Prodi) e crede di dimostrare che Berlusconi non risolse un bel niente. In questo senso sono già all'opera Ballarò e Vieni via con me, e ne sentiremo ancora parlare.
La destra è convinta di stare dalla parte della ragione: loro sono convinti di dimostrare che hanno risolto l'emergenza del 2008 e, andandosene, avevano affidato alle istituzioni locali il compito di istituire la raccolta differenziata e di costruire altri due termovalorizzatori. Sono "loro" che hanno fallito. Perchè in questi 2 anni non hanno fatto niente? neanche una gara di appalto?
Dato questo scenario, siamo sicuri che ci sara' veramente la volonta' di ripulire la citta' prima di aprile?

PS
Io abito a Caserta; nel 2008 eravamo messi come Napoli, sommersi di monnezza. Passata l'emergenza, ora siamo "pulitissimi" ed in più è stata anche bonificata l'area in cui fu temporaneamente accatastata l'immondizia quando le discariche erano sature. Per questo dico grazie all'amministrazione locale (di centro-sinistra).
Pensierino:
perchè se i problemi si risolvono, le responabilità ed i meriti sono dei Comuni, mentre quando non si risolvono le irresponsabilità ed i demeriti sono del governo?


http://nonsolonapoli.blogspot.com/

Una balena nella discarica

Saviano ci insegna che l'emergenza spazzatura a Napoli è nata 16 anni fa (data che coincide con la discesa in campo di Berlsconi), ma leggendo alcuni articoli degli anni '80 (trent'annni fa) si vede che il problema igienico-sanitario, nella nostra città, sia tutt'altro che storia recente.

Flash numero 1: «La mancata consegna dei sacchetti per la raccolta della spazzatura sta causando notevoli disagi tra la cittadinanza. Molti abitanti sono costretti a gettare i rifiuti nelle strade, avvolti in carta straccia. E ciò con grave pericolo per l'igiene pubblica. Stamani, alcune strade del quartiere Chiaia - tra i più noti ed eleganti della città - sono apparsi imbrattati di cumuli di spazzatura in ogni angolo».

Flash numero 2: «Tonnellate di rifiuti solidi urbani sono rimasti abbandonati nelle strade, in seguito all'astensione dal lavoro degli addetti all'autoparco di via Gianturco. La mancata uscita degli autocarri, la notte scorsa, ha provocato in mattinata grave disagio agli abitanti del centro storico, di quelli della zona nord e della parte orientale della città. A Secondigliano, a Marianella i cumuli di rifiuti hanno raggiunto in alcuni casi il metro d'altezza. L'autoparco di via Gianturco è dotato di oltre 100 autocarri che compiono il servizio di raccolta su un'area molto vasta in serata sono aumentati i disagi perché – anche in occasione della festività di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali – è stato appiccato il fuoco a numerosi contenitori per immondizia sulle strade cittadine e periferiche. Le fiamme, che in alcuni casi hanno raggiunto notevole altezza, hanno causato situazioni di pericolo. In una strada della periferia, i vigili del fuoco sono stati contrastati nella loro opera da gruppi di scalmanati che hanno preso a sassate, danneggiandole, alcune autobotti. La polizia ha fermato alcune persone, che ha poi rilasciato. Per la situazione venutasi a creare in città per le tonnellate di rifiuti solidi sulle strade in molti hanno telefonato ai giornali e ad altri organi di stampa e alle televisioni, chiedendo, come per il traffico, l'intervento del prefetto».

Flash numero 3: «Anche oggi la rimozione dei rifiuti a Napoli procede a rilento a causa dell'alto numero di automezzi, circa duecento, fermi per guasti meccanici. I contenitori, posti in tutte le strade di Napoli, sono ancora per la maggior parte pieni di spazzatura».

Sembra la descrizione della città oggi, o una settimana fa. Al più, potrebbe sembrare la descrizione della città di sedici anni fa, quando è esplosa l'emergenza immondizia a Napoli, come dice Saviano, in realtà, si tratta di tre stralci di altrettanti articoli, pubblicati dai quotidiani partenopei, rispettivamente il 19 febbraio 1981, il 17 gennaio 1982 e il 4 marzo 1984.
Ieri come oggi, nulla è cambiato.
Dunque, questo che cosa significa?
Che l'affaire rifiuti ha radice antiche e profonde.
Come mai questi articoli non esistono e non sono mai esistiti per nessun'altra città italiana?
Se in Campania siamo arrivati a coprirci di spazzatura e di vergogna, davanti al mondo intero, è perché chi doveva controllare, chi doveva programmare, chi doveva gestire, chi doveva assicurare la funzionalità dei meccanismi non l'ha fatto. Per dolo, o per colpa.
In questa non-gestione, poi, è arrivata la camorra. Non in maniera subdola, ma è scesa a patti con l'amministrazione pubblica.
Certo, fa bene Saviano a parlare dell'ecomafia casertana davanti a milioni di telespettatori e nei suoi splendidi reportage su la Repubblica e L'Espresso, ma la contaminazione tra verità storica e giudiziaria e fascinazione letteraria, in una materia così delicata, con tutti i risvolti di ordine pubblico e sicurezza che ne derivano, rischia di generare atmosfere immaginifiche che non hanno alcuna aderenza con la realtà.
Una trasmissione a senso unico, senza che nessuno possa dire e dimostrare che si sta dicendo una BUGIA, è sicuramente un ottimo servizio pubblico.

E la realtà si mischia alla fantasia; Penso, ad esempio, a quando lo scrittore cita - e lo fa con una certa frequenza - la leggenda che vorrebbe la carcassa di una balena sepolta nella discarica di Pianura, un quartiere della periferia di Napoli.
Lui la mostra come una "leggenda" con toni molto suggestivi, come se fossero stati i camorristi a seppellire la balena. E la gente sio chiede: se io camorristi sono riusciti a seppellire addirittura una balena, cos'altro nasconde la zona di Pianura?
La verità invece è che la balena c'è davvero, non è una favola, e non c'entrano i camorristi. Non è una leggenda, né un racconto passato di bocca in bocca tra gli abitanti del quartiere. Il cetaceo - le carte dicono lungo 7 metri e pesante otto tonnellate, arenatosi al largo dell'isola di Ischia - viene interrato nel sito perché l'operazione la autorizzò l'allora assessore comunale alla Sanità, Giuseppe Scalera. L'ordinanza municipale è del 17 luglio 1989. E, a quell'epoca, questa soluzione la condivisero Comune, Regione e Prefettura. La domanda, allora è: perché c'è una balena nella discarica?

mercoledì 24 novembre 2010

Saviano: bocciato

Una domanda a saviano.
Come mai il problema immondizia esiste solo a Napoli e periodicamente a Palermo?
Le altre città risolvono i loro problemi, Napoli si inceppa a rate....questa gente stranamente, scende un piazza a rate (quando qualcuno lo decide dico io).
Abbiamo dimenticato che se si risolve il problema immondizia quanta "gente" non ci campa?
Non a caso Iovine era chiamato "mr immondizia" perchè ha fatto la sua fortuna con i rifiuti mica con il pane.
E' strano che cio che è stato risolto per 24 mesi, di punto in bianco non funzioni piu. L'immondizia di questi 24 mesi dove è finita?
E' ipotizzabile (o è chiaro) che qui ci sono le mafie che vogliono affossare il governo che vuole risolvere definitivamente il problema mafia e quindi rifiuti.
Ma Saviano non affronta questi argomenti, anche perchè lui è un letterato, non un matematico. Se conoscesse solo un poco di aritmetica, non direbbe infatti le sciocchezze che dice. Saviano ci spiega che solo fra l’88 e il ’91 dall’Acna di Cengio sono arrivati a Pianura un totale di un miliardo e 304 milioni di tonnellate di rifiuti velenosi.
Sono numeri che "colpiscono" il telespettatore. Quello che non ragiona, perchè se solo ragionasse un poco, il telespettatore dovrebbe immaginare circa trentamila tir al giorno che fanno su e giù dalla provincia di Savona a quella di Napoli. Ora, se solo attribuiamo al tir una lunghezza di dieci metri, dobbiamo simulare una coda quotidiana di quasi trecento chilometri. Trecento chilometri di tir per portare i rifiuti dell’Acna. Trecento chilometri di camion in fila indiana. Trecento chilometri di rifiuti in marcia ogni 24 ore, 365 giorni all’anno per tre anni sull’autostrada della pattumiera. Troppo. Per intenderci, la distanza che separa Firenze da Milano.
Insomma, i numeri, suggestivi fin che si vuole, ma sono numeri dell’irrealtà. Non stanno né in cielo né in terra né....sottoterra a Pianura.

La Tv ha questo di sconvolgente, che trasforma l’intellettuale in predicatore, e gli fa perdere il senso della realtà sostituendolo con la virtualità, a sua volta declamata come in una messa cantata, dove ci si immerge mondandosi dei propri peccati, mettendosi a posto la coscienza, specchiandosi nella parte giusta, nella schiera vittoriosa, tra gli angeli del culturalismo e della virtù civile.

Nella serata della monnezza, coincidente con lo sciopero dello spettacolo contro Bondi, non potevano mancare i comici del proprio oratorio, ma qui c’è poco da ridere e da scherzare.

martedì 23 novembre 2010

Ma....non è meglio farlo tacere?

Dall’ANSA apprendo che Italo Bocchino ha dichiarato che in caso di elezioni Berlusconi non potrà usare il nome e il simbolo del PdL “perché sono in comproprietà con Fini”.
La cosa interessante, però, è un’altra: Bocchino ha aggiunto che Berlusconi non potrà neanche utilizzare il nome “il vero centrodestra” perché, udite udite, “dal 17 maggio scorso ‘il vero centrodestra’ è stato registrato da noi all’ufficio marchi e brevetti di Roma.

Dal 17 Maggio: da subito dopo la vittoria del PdL e del centrodestra alle amministrative; dal 17 Maggio: mesi e mesi prima della rottura ufficiale col PdL e con Berlusconi e del patetico tentativo di accollarne la responsabilità (“che fai, mi cacci?”) a quest’ultimo.
A questo punto c’è ancora qualcuno, fra gli elettori del centrodestra, che dubita del fatto che la rottura sia stata voluta e progettata a tavolino da Fini, contro ogni buonsenso, contro gli interessi del centrodestra e dei suoi elettori e ancora prima contro gli interessi della governabilità e quindi del Paese?

domenica 21 novembre 2010

il grillo

Sentite Grillo:
“Signori! Italiani! Aprite gli occhi: Vieni via con me lo produce Endemol, e chi è Endemol? È Berlusconi. Il programma fa ascolti altissimi: quindi Berlusconi guadagna un sacco di soldi. Se aggiungiamo che Saviano non fa i nomi dei politici collusi, né in Lombardia né in Parlamento, è chiaro che poi il nano gode come un riccio”.
Nessun fischio, nessun applauso dalla platea del teatro romano. Anche perché il pubblico di Grillo e quello di Saviano spesso coincidono, ed allora lui rincara: “Saviano, che per carità è bravissimo, qualche nome lo deve pur fare, altrimenti si fa solo tirare in mezzo”.
E i commenti?
Grillo ha torto e ragione. E' sbagliato attaccare Saviano (è uno dei nostri) ma Saviano non può andare in televisione a dire le solite cose come se fosse il tuttologo della Mafia. Se ci svela nuove cose va bene, ma se deve andare in televisione solo per cantare il suo solito cavallo di battaglia, beh, che se ne tenga lontano.

L'apocalisse

Il 14 dicembre.
Una data che per tutti i giornali è divenuta la data del giudizio, e per quelli "seri" addirittura la data dell'apocalisse perchè nell'uso comune, il termine apocalisse si riferisce alla fine del mondo e, per i giornali seri, alla fine del berlusconismo.
Che idioti!
Il 14 dicembre sarà veramente il giorno dell'apocalisse, ma non con il significato che gli attribuiscono i giornali seri.
Uno, perchè il termine apocalisse, proveniente dal greco (composto di apó "separazione" e kalýptein "nascosto") significa gettar via ciò che copre, togliere il velo, letteralmente scoperta o rivelazione.
Due perchè effettivamente il giorno 14 dicembre sarà il giorno della rivelazione; Fli e Udc dovranno rivelare cosa vogliono fare, al di là delle chiacchiere.
Anche nel senso biblico, l'apocalisse è il giorno della rivelazione di cosa ci aspetta dopo la vita terrena. Infatti, in senso biblico, l'apocalisse è la rivelazione di un mistero.
L'associazione del termine apocalittico con qualcosa di cruento, a cui ormai tutti ci hanno abituato, esiste solo nella simbologia delle menti "deviate dalle verità storiche".

che furbata!

Uno dei motivi del fallimento dell'Alitalia è stato l'enorme numero di ore (giorni) di sciopero. Il motivo dell'abnorme quantità di scioperi stava nel fatto che i dipendenti se lo potevano permettere, nel senso che non pagavano neppure una lira.
I fatti andavano così: I sindacati proclamavano lo sciopero. La legge 83/2000 prevede la garanzia dei voli indispensabili da parte dell’azienda che, nell’incertezza delle adesioni, cancella tutti i voli non previsti dalla legge. Il personale in servizio su questi voli si guarda bene dall’aderire allo sciopero e rimane a casa pagato in quanto i voli sono stati cancellati dall’azienda. In pratica era una serrata dell'azienda. Se la compagnia si azzardava a mantenere tutti i voli e questi venivano bloccati dal personale scioperante la Commissione di Garanzia la sanzionava per i disagi ai passeggeri.
Con questa vera furbata per anni l’Alitalia ha subito danni economici e d’immagine irrecuperabili. Solo l’operaio ed in taluni casi gli impiegati pagavano per lo sciopero!
La stessa cosa sta orea succedendo nella scuola.
Martedì l’università di Pisa fermerà le lezioni per protestare contro il decreto Gelmini, ma nemmeno uno dei docenti ci rimetterà un euro in busta paga.
Non è una novità: già in occasione della precedente mobilitazione dell’«Onda» studentesca diversi atenei avevano adottato l’ingegnoso sistema: invece di dichiarare uno sciopero, l’autorità dell’Università, nel caso specifico il Senato Accademico, dichiara la sospensione delle attività didattiche. Come dire che, per permettere ai dipendenti di incrociare le braccia senza disturbi, l’azienda fa una serrata.
Si ottiene così un duplice risultato. Da una parte l’adesione allo stop è automaticamente del cento per cento, visto che è imposta dall’alto. Dall’altra, i docenti dribblano con eleganza la trattenuta sullo stipendio cui nessun’altra categoria sfugge.
Che furbata, poi dicono che in Italia non si fa ricerca.

sabato 20 novembre 2010

Un idiota dice: Il voto non è utile per il Paese

Siamo buoni e cari, non manifestiamo, non andiamo in piazza a spaccare le vetrine, aspettiamo l’evolversi degli eventi anche un po’ schifati, ma non siamo del tutto ebeti.
Ci vuole la faccia tosta di Fini che, prima mette in crisi un governo solido e poi pretende di farci credere che è per il nostro bene non andare a votare perché siamo in crisi economica.
E allora non metterlo in crisi se ti preme tanto il bene dell’Italia in questo presunto momento di difficoltà.
Ma sono tutte fesserie, spauracchi per giustificare trame di palazzo che hanno come unico fondamento l’accaparramento del potere senza passare per le urne.
Anche quando è caduto Prodi era già scoppiata la crisi dei subprime. Com’è che nessuno si è sognato di fare un governo con l’opposizione per affrontarla, ma siamo andati a votare? Ve lo immaginate cosa avrebbe detto Napolitano se Berlusconi avesse anche solo proposto di fare un governo alternativo per affrontare la crisi in agguato?
Ma ci prendete proprio per idioti?
È evidente che usate la crisi economica solo per giustificare uno stato di emergenza che non c’è.
È un trucco vecchio come l’Italia. Si inventa uno stato di emergenza, si paventano disgrazie che giustificano il sovvertimento provvisorio delle regole democratiche e, visto che in Italia non c’è niente di più definitivo dell’emergenza provvisoria, si finisce per giustificare ogni dittatura.
Non abusate della nostra pazienza, perché arriverà il momento in cui salteranno i nervi anche a noi.
Diffidate dell’ira dei buoni. Ed è questo che temo.
Non chiedeteci di essere responsabili, quando siete voi gli irresponsabili.

scommettiamo?

Non si capisce bene quello che succederà nei prossimi giorni, ma una cosa è certa: da qui al quattordici dicembre leggeremo davvero qualsiasi cosa sui giornali, specialmente quelle cose che riguarderanno Berlusconi-trombatore e quelle che parleranno di Berlusconi-Mafioso.
Anche se le cose importanti di queste ore riguarderanno però le vere intenzioni di Gianfranco Fini e la possibilità concreta che alcuni parlamentari vicini allo stesso Fini decidano di non votare la sfiducia a Berlusconi.
Ora che si prospetta la possibilità di incassare la fiducia alla Camera, i giornali, quelli seri, ripetono all'unisono che avere la fiducia non significa di poter governare. Io a questi signori (?) vorrei ricordare che solo due anni fa, quando Prodi aveva un solo senatore in più al Senato (compresi i senatori a vita), con quel sorrisino di superiorità che li contraddistingue, dicevano: "chi ha un solo voto in più ha il diritto-dovere di governare; questa è la democrazia, belli!!"
Ora........bèh, la coerenza non è mai stato il loro forte.

Fini sta capendo che, in caso di crisi di governo, difficilmente si realizzarà il suo unico sogno di realizzare un governo tecnico, specialmente se B avrà la fiducia al senato.
Quindi se sarà vero che Berlusconi non cade oppure se cade e si va alle elezioni, Fini sarà un politico che rischia di fare una fine non gloriosa. Questo lo sanno anche i parlamentari passati a Fini che sentiranno la necessità, per varie ragioni, di non votare la sfiducia alla maggioranza all’interno della quale erano stati eletti.

Quindi di cosa parleranno i giornali fino al 14 dicembre? di donne, di mafia, di corruzione, di pedofilia, di falso in bilancio, di Mills, Spatuzza, Ciancimino........scommettiamo?

Parliamo di Uomini

Che Uomo è uno che, a parole, non ha paura della camorra ma ha PAURA di confrontarsi in un dibattito pubblico, con colui che ha infangato, senza nemmeno permettergli di difendersi? Uno che fino a ieri lodava Maroni, e oggi lo paragona a "Sandokan"
Che credibilità ha?
Uno che ha citato un consigliere della Lega, né INDAGATO, né ARRESTATO e NON un sindaco del PD, Tiziano Butturini, ex sindaco del Pd di Trezzano sul Naviglio, ARRESTATO, corrotto dalla n'drangheta, ed anche un consigliere comunale del PDL.
Uno che parla della Lega come "interlocutrice" con la criminalità organizzata, quando mai è stata sciolto un consiglio comunale per infiltrazioni con la stessa, mentre c'è una storiografia delle connivenze del PD lunga un chilometro.
E non aggiungo altro, usare la lotta alla criminalità organizzata per sporchi interessi di bottega, non solo è IMMORALE ma anche CRIMINALE,
Visto che a "vieni via com me" si leggono degli elenchi, leggetevi questo elenco (alla fine di ogni pagina premete su "older entries", è un elenco infinito)
http://www.camelotdestraideale.it/category/mafia-camorra-e-centrosinistra/

ma..............parliamo di cose serie che non trovate su Repubblica nè sul fatto Quotidiano.
Edi Pinatto, quel giudice che impiegò otto anni per scrivere una sentenza, ha rischoiato di perdere il record.
Stavolta Enrico Trmarchi ha impiegato 4 anni e mezzo per ‘elaborare’ le motivazioni di una sentenza a danno delle cosche di Sant’Ilario dello Ionio emessa il 3 marzo del 2006.
Si trattava di associazione mafiosa, traffico d’armi, traffico di droga e omicidi.

Storia diversa viene da Rieti e la si legge solo sulla "cronaca locale" del Messaggero; due soggetti sono stati rinviati a giudizio dopo otto anni dal crimine commesso: reato prescritto e tutti a casa.
Il Messaggero evidenzia cha la procura di Rieti non soffre di carenze di organico e, nonostante questo, l’arretrato e i processi lumaca sono aumentati rispetto al passato.

Il che forse potrebbe significare che qualche cosa ‘da sistemare’, nei tribunali italiani, c’è. Perché altrimenti, lasciando le cose invariate, a pagare sono sempre gli stessi: quei cittadini che, talvolta anche loro malgrado, sono costretti ad affidare la loro esistenza ad esseri umani che indossano (talora anche indegnamente) una toga.

O Luchino vestito di nuovo

Il nascente terzo polo, quello di Fini, di Casini, Rutelli e chissà quanti altri, ha un problema: E' fermo ai box. Non carbura, non ha un'idea condivisa e soprattutto non ha un pilota.
Ha tre primedonne al vertice e nessun uomo in grado di metterle d'accordo. Tre dame un po' stagionate, ognuna delle quali vorrebbe primeggiare e nessuna delle quali ha intenzione di lasciare il posto alla rivale.
E allora?
Allora mi diverto ora a leggere sul Secolo (giornale vicino a Fini) paginate dedicate a Luca Cordero di Montezemolo, quello che era una volta il megapresidente di Fiat e Confindustria, il guru mediatico, il supermanager più pagato d'Italia, il Divo dell'Impresa, l'antipatico Luca Cordero, soldi e sorrisi, belle donne e auto di lusso.
Ebbene questo tipino ora è Luchino vestito di nuovo, con le scarpe che mamma gli fece, che non mutò mai da quel dì. Il Luchino delle origini. Il Luchino laziale, come laziale fu e forse ancora è Fini. «Un po'missino», come Fini era e non è più. Un Luchino legato alla sua fabbrica, come i lettori del Secolo erano legati, e forse ancora lo sono, alla Patria. Legato alle sue donne e ai suoi uomini, agli operai, «a quegli artisti che considera la più bella famiglia del mondo».

Ma quant'è bravo il Secolo, nel suo ritratto del Luchino di oggi c'è la Patria, c'è la Famiglia, c'è l'Italia.

giovedì 18 novembre 2010

Tanto per scrivere qualcosa

Quando nacque, il Pd suscitò molte speranze fra coloro che auspicavano un rinnovamento della cultura politica della sinistra.
Nonostante la serietà degli sforzi dell'allora segretario Walter Veltroni, le speranze andarono deluse e, anzichè dotarsi di identità e capacità progettuale, a poco a poco, vennero fuori le magagne tese per lo più ad assicurare la sopravvivenza di spezzoni di vecchia classe dirigente.
Scrivere con il senno del poi è facile, ma io credo che forse il Pd cominciò a morire quando fallirono le trattative tra Veltroni e Berlusconi per una riforma del sistema elettorale a vantaggio dei grandi partiti.
Se quelle trattative fossero andate in porto, il Pd sarebbe riuscito a mettere in sicurezza anche se stesso in quanto avrebbe poi monopolizzato l'opposizione intorno a sè.
Probabilmente, avrebbe ugualmente perso le elezioni del 2008 ma sarebbe stato in gara per giocarsi, con qualche chance di successo, la prova elettorale successiva.

Non andò così, e fecero fuochi e fiamme per far fuori Veltroni (l'unico che aveva in mente un percorso politico). Ora con Bersani c'è l'incapacità di elaborare e imporre una propria visione delle cose ed il Pd è divenuto un partito di scorta, né carne né pesce, in balia delle pressioni esterne: succube della rincorsa dei centristi di Casini, e oggi anche di Fini e dal radicalismo di Vendola e Di Pietro. Tutti gli stanno succhiando elettori.

Con uno sfrantummato Pdl e un moribondo PD, addio grandi partiti su cui far confluire alleanze di coalizione.
Addio bipolarismo, si torna alla prima repubblica.

La Tv che piace

E' ovvio che, per chi ha un minimo di memoria, Saviano non può pretendere di passare per "credibile".
Non è credibile perchè non dice "tutta la verità".
Un esempio: La giunta dell'ex presidente della provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, finì nei guai per i lavori affidati a ditte del boss stragista casalese Setola e lo stesso ex presidente è stato intercettato mentre parlava di protezioni della «camorra di Casale».
Saviano ha scritto vita morte e miracoli dei Casalesi, ma "ha sempre omesso" le attività che legano il clan dei casalesi con gli esponenti della sinistra.
E ci sono centinaia di esempi simili, con assessori, consiglieri e politici di sinistra in Emilia, Umbria, Puglia, Toscana, Campania, indagati e pure condannati, ma lui per questi non ha memoria.
La sostanza è che le organizzazioni criminali, avendo accumulato montagne di soldi, hanno bisogno di investirli e, dove possono invertirli? dove circolano i soldi, tanti soldi: Ovviamente negli appalti pubblici e nelle grandi opere.
Da questo punto di vista, le organizzazioni criminali cercano di intrallazzare con i poteri locali. Lo hanno fatto in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, nel Veneto, in Romagna, in Toscana, in Umbria,....ovunque.
Quindi, se dovesse essere confermato ma io non ci credo, quello che dice Saviano "in Lombardia la ndrangheta ha trovato nella Lega il suo connivente" facendo capire che La Lega ha un grosso problema di legalità, omette di dire che questo non è il sistema della lega, ma della criminalità organizzata, che cerca nel potere i suoi conniventi e li trova anche nel Pd, nel Pdl, nell'Udc, nell'Idv nelle regioni nelle quali queste forzer politiche hanno il potere.
Ma mi meraviglia Maroni che fa l'offeso per le parole di Saviano.
Se lui avesse letto un solo rigo di quello che scrisse Saviano nel 2003, non farebbe tanto l'offeso ma capirebbe da che pulpito parte la predica.
In quello scritto il Saviano non ancora famoso rappresenta i leghisti, ma in generale la gente del Nord, come assassini di immigrati, di meridionali e di negri e fa nomi e cognomi di chi impugna i mitra: Bossi, Maroni, Castelli, Borghezio.
Il Saviano di allora è lo stesso di ora, settario e fazioso: Il delirio si apre con un conflitto a fuoco:
«“Spara, spara!”.
“Ma a chi cazzo sparo, è notte, qui è tutto nero”.
“Appunto: spara dove vedi nero, più nero è, più spara! Muoviti che scappano, muoviti che li perdiamo, spara”».

Il nero non è il buio della notte ma il colore della pelle dei bersagli che il Saviano in camicia verde insegue manovrando un mitra sulla prua di una nave. È un sottufficiale dell’Armata padana della Repubblica del Nord.
«Lascio spazio al mio superiore, inizia a far schizzare l’acqua di colpi. “Via mangiatori di lavoro, prostitute che guadagnano sui nostri piaceri, spacciatori, usurpatori di case, profanatori di chiese, orinatori di crocifissi, morite, cani! A lavorare, padano - mi dice il superiore - non fare il meridionale, spara, spara, o non avrai più lavoro”».

Se non avesse scritto queste cose, col ca..o che Saviano veniva chiamato a "vieni via con me" da Fazio-so.
Vedete, sono cambiati i tempi, la credibilità non è più: dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità; essere credibili è raccontare tutto e SOLO quello che fa comodo sentire.

PS
vi ricordate come fu fatto fuori Craxi da Di Pietro? Con l'accusa di sovvenzionamneto illecito del suo partito. Già allora si sapeva che il sovvenzionamento illecito riguardava tutti i partiti, ma furono distrutti tutti i partiti, tranne il pci. Ma tu guarda il caso, Di Pietro fu poi candidato nelle file del pci al mugello (un seggio sicuro) e fatto subito ministro.
Ecco, Saviano fa lo stesso, lui che conosce bene tutti gli intrallazzi della malavita, ne espone solo quelli che gli tornano utili.....per la sua carriera.

Elogio ad un poliziotto coraggioso

Sapete chi è Vittorio Pisani?
No di certo. E' uno che lavora sodo e non ha bisogno di andare a "vieni via con me".
Vittorio Pisani è il capo della Squadra Mobile di Napoli che finì su Repubblica per aver osato dubitare sull'urgenza di una maxi scorta allo scrittore Saviano, e finì crocifisso dai fan dello scrittore casertano. Repubblica, addirittura, ne chiese l'allontanamento e Pisani ebbe a dire «Resto perplesso quando vedo scortare persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni».
Ebbene sì, Repubblica ne chiese l'allontanamento e sono stati giorni duri per Pisani.
Chissà perchè ora Repubblica non evidenzia che ad arrestare il boss Antonio Iovine, ci ha pensato proprio l'ufficio guidato da questo grande poliziotto coraggioso. Che lavora tutti i giorno nell'ombra.... e quanto prende al mese?
Sarebbe lodevole se Saviano gli devolvesse almeno solo l'1% di tutti i suoi introiti, visto che lui "fa" e "rischia".
Mi viene in mente Benigni quando una settimana fa, nel fare l'elogio di saviano ha detto: "quando uno con la pistola incontra uno con la penna, l'uomo con la pistola è un uomo morto". Lui è un comico e questa battuta fa ridere; ma resta una battuta.
Ve lo figurate Pisani che telefona a Saviano e gli dice: "abbiamo scoperto dove si nasconde Iovine, prendi la penna e vallo a catturare".

Prove d'esame

Tra le prove all’esame di giornalismo sarà inserita la "storia dell'umanità" .
Non esiste un testo specifico, ma ci sono una serie di appunti scritti da Francesco Tortora sul Corsera, secondo cui l’umanità si divide in tre grandi ere: prima, durante e dopo Berlusconi. Prima di Berlusconi era l’età dell’oro, durante l’era Berlusconi regna l’inferno e dopo Berlusconi l’umanità tornerà a vivere nell’Eden.
Poi c'è il problema che molti elettori del PD non gradirebbero l'alleanza con Fini, e molti finiani non gradirebbero l'alleanza con il PD. E allora?
Allora ci pensa Rai3 che invita Bersani e Fini a "vieni via com me", dove Bersani ha letto un lungo elenco dei valori della sinistra che si riassumono in "meglio ricchi e sani che poveri e malati" mentre Fini ha contrapposto i valori della destra, che si riassumono in "meglio sani e ricchi che malati e poveri".
Tutto questo can-can, con 9 milioni di spettatori per dire: se domani ci alleeremo,, non sarà solo per uno stupido principio anti-berlusconiano, ma perchè i nostri valori coincidono.

mercoledì 17 novembre 2010

Una seria iniziativa politica

Adesso tutti i nemici di Silvio Berlusconi si affannano a dichiarare che la pretesa del Cavaliere di far sciogliere dal Capo dello Stato solo l’assemblea di Montecitorio sia una delle tante e solite scivolate verbali del Premier. E tutti si affannano a tirare in ballo i pareri dei costituzionalisti che bocciano l’ipotesi berlusconiana ed il gelo formale con cui il Colle ha accolto la trovata.

Quasi nessuno ha capito, o finge di non capire il significato politico della mossa del Cavaliere. Berlusconi, infatti, sa bene che l’eventualità di vedere sciolta solo la Camera è inesistente. Ma sa ancora meglio che se la crisi si apre con un voto di fiducia a favore del governo dell’Assemblea di Palazzo Madama seguito da un voto di sfiducia dell’Assemblea di Montecitorio, il ricorso alle elezioni anticipate non solo è sicuro ma diventa assolutamente obbligatorio.
Perchè non sarà possibile nessun governo tecnico senza la maggioranza al senato.
A meno che, ovviamente, la prospettiva certa del voto a marzo non favorisca una qualche ricomposizione del vecchio centro destra attorno all’ipotesi di una crisi lampo pilotata verso la formazione di un Berlusconi bis.
Questa volta, allora, la mossa del Cavaliere non è una scivolata verbale ma una seria iniziativa politica.
Che non ha solo come effetto quello di sgomberare il tavolo della crisi dalle ipotesi dei governi tecnici o d’emergenza perseguite fino ad ora dai vari Fini, Casini, Rutelli e Bersani, ma anche quello di dimostrare di aver riconquistato la capacità d’iniziativa politica e di essere in grado di mettere all’angolo tutti i suoi nemici vecchi e nuovi.