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martedì 2 dicembre 2008

Il partito fantasma

Lo diceva di recente anche Aldo Grasso, il critico televisivo del Corriere, che i comici ormai non fanno più ridere. Allora, se proprio vogliamo rilassarci dalle vicende quotidiane e farci qualche risata, cosa dobbiamo fare? Ecco, si può seguire l'ultima telenovela nazional popolare, il partito democratico; nascita, vita, morte e miracoli di un partito nato da un folle esperimento scientifico, accoppiando un comunista mangiapreti con una vecchia perpetua. Il risultato di questa unione contro natura è un pargoletto di salute cagionevole che è un po' cattolico, ma anche no, un po' socialista, ma anche no, un po' riformista, ma anche no, un po' democratico, ma anche no, un po' così ed un po' cosà. "Partito democratico", prossimamente su questo schermo, una storia di amori, passioni, intrighi, tradimenti, battaglie, emozioni, in un film che tutti dovete vedere, un film che onora la cinematografia mondiale, un film che non dimenticherete.
Scusate, mi sono lasciato prendere la mano ripensando ai vecchi "provini" dei film anni '60.
Certo è che questo PD non manca di deliziarci. Prendiamo l'ultima uscita ufficiale, questa volta all'estero, in occasione del congresso dei partiti socialisti europei, tenutosi a Madrid nei giorni scorsi.
L'occasione era quella di presentare e sottoscrivere un programma comune in previsione delle elezioni europee. Ovvio che i vertici del PD abbiano partecipato. Ora, però, bisogna tenere presente un fatto. Fra tutti i guai ed i problemi interni al PD, uno dei tanti, ma fondamentale, anche se tutti cercano di minimizzarlo, è la futura collocazione del PD al Parlamento europeo. Gli ex DS sono favorevoli ad un ingresso nel gruppo socialista, gli ex margheritini sono contrari. La questione non è di facile soluzione e già in passato su questo argomento si sono scontrati a muso duro gli ex mangiapreti e le ex perpetue. Bene, a questo punto, Veltroni, D'Alema e Fassino vanno a Madrid.
Tanto per cominciare Veltroni, nel suo intervento, dice di partecipare in qualità di "ospite". Come dire che...ci sono, ma anche no. E tanto per mostrare di quali capacità dialettiche sia capace afferma: "Questa famiglia politica ha dentro di sé l'idea della libertà, l'idea della promozione sociale, l'idea della lotta alla diseguaglianza. Penso che più questa famiglia si aprirà, più questa famiglia riconoscerà l'esistenza di tante forze, di tante energie, di tante culture che gravitano dentro il corpo democratico e progressista, e meglio sarà per tutti noi."
Gli intervenuti si stanno ancora chiedendo che cavolo vuol dire.
Durante le ultime elezioni americane, il buon Veltroni, non mancava di immedesimarsi nel suo idolo Obama e ribadiva, sentendosi profondamente democratico, che tutti i partiti democratici sono fratelli e se vince uno vincono tutti. Insomma, lui è un democratico puro.
Poi, a Madrid, dice praticamente che condividono gli stessi ideali socialisti; libertà, la promozione sociale, lotta alla disuguaglianza. Insomma, siamo tutti socialisti. Socialisti, ma anche democratici.
Tanto che, per ovviare a questa evidente ed imbarazzante posizione dei democratici italiani, gli estensori del programma socialista hanno aggiunto, in fondo al testo, oltre al termine socialista e socialdemocratico, anche il termine "democratico".
A questo punto, però, alla fine dei lavori, bisognava firmare e sottoscrivere il documento. Ma Veltroni, che è socialista sì, ma anche democratico, non firma. D'Alema nemmeno. Hanno ben presente che una firma ufficiale che impegni il PD susciterebbe l'immediata reazione della componente ex margheritina del PD che proprio non vuole saperne di entrare nel PSE.
Ma allora che ci sono andati a fare a Madrid? Ecco perché Veltroni chiarisce subito di essere presente in qualità di semplice ospite. Ma visto che ci sono, qualcuno deve pure apporre una firma. Idea geniale; fanno firmare Fassino. Se lo sono portati appresso apposta, ma questo non lo dicono. Firma anche Mercedes Bresso, governatrice della Regione Piemonte, in qualità di "presidente del comitato degli amministratori regionali socialisti in Europa".
Ora, però, sorge un dubbio. A che titolo ha firmato Fassino? Non si sa. O meglio, sembra che abbia firmato a titolo di ex segretario DS. Ma i DS non esistono più, spariti, come gli ex Margherita, disciolti, sono morti. Quindi Fassino ha firmato a nome di un partito che non esiste. Lo hanno resuscitato per l'occasione. Il morto ricompare improvvisamente, firma e poi sparisce di nuovo nella nebbia. Così, dopo il Governo ombra hanno anche il partito fantasma.
Immediata la reazione, come era prevedibile, di Arturo Parisi che definisce "un fatto gravissimo" la firma di Fassino.
E possiamo stare certi che alla denuncia di Parisi seguiranno altre complicazioni. Basta aspettare la riunione della direzione nazionale del PD, fissata per il prossimo 19 dicembre. Ne vedremo delle belle. Per esempio, c'è sempre in ballo la questione dell'organizzazione interna. Il sindaco di Torino, Chiamparino, ha già chiesto una riunione urgente da tenere prima della direzione nazionale, e ribadisce la richiesta di un PD del nord, anche in previsione di eventuali accordi con la Lega (!?). Ma il ministro Maroni gli ha già risposto picche, no grazie. Sulla stessa linea il sindaco di Venezia, Cacciari. Mentre il sindaco di Bologna, Cofferati, temendo di essere tagliato fuori, chiarisce che un PD del Nord senza Emilia Romagna sarebbe un PD sub alpino. Insomma, si chiede a gran voce che il PD assuma una configurazione organizzativa federalista, per contrastare una posizione centralista romana.
E Veltroni che dice? E' d'accordo, ovvio. Lui concorda con tutti. Lui è democratico con Obama, è socialista a Madrid, è federalista con Chiamparino, è riformista con i riformisti, è laico con i laici, è cattolico con i cattolici e, soprattutto, non è mai stato comunista.
Così avremo un PD del nord, poi, ovviamente, ci sarà un PD del centro, un PD del sud, un PD delle isole maggiori, un PD delle isole minori, un PD speciale per Lampedusa, ed un PD tipo esportazione per quelli che vivono all'estero.
Tutto questo, s'intende, ammesso che un PD ci sia ancora in futuro. Ma anche se dovesse morire, poco male, lo resusciteranno secondo le occasioni, come il fantasma dei DS. A proposito, l'unica cosa "azzeccata" di questa missione madrilena del PD è far fare il fantasma a quello scheletro di Fassino.
A proposito, non cercate notizie sui quotidiani in merito a questa trasferta spagnola di Veltroni & C. Meno se ne parla e meglio è. Compagni, zitti e...Mosca!
Giano

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Semplicemente bellissimo!
Grazie per il passaggio.

Anonimo ha detto...

Per ora popolari e rutelliani non commentano ufficialmente l'esito del Pse-day, eppure ricordano all'unisono che la parola «integrazione» è «quanto di più inopportuno» si possa usare. Il compromesso tuttora meno difficile da raggiungere resta quello di un Pd “federato” al Pse, un po' come i Tories inglesi col Ppe.
Ma c'è anche chi è intenzionato a
tirare ancora la corda, anche rispetto a quest'ipotesi. Come
Francesco Rutelli. Che venerdì,
insieme a Dario Franceschini e
Peppe Fioroni volerà a Bruxelles
per il terzo congresso del Partito democratico europeo,
formazione fondata dallo stesso Rutelli.

Anonimo ha detto...

meraviglioso. ti linko tra i miei preferiti.
pietro nenni diceva che se metti in una stanza due persone di sinistra, una ha già fatto una scissione.
almeno sapremo che non ci si annoia mai.

un abbraccione, GB