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giovedì 20 novembre 2008

Veltroni: a mezz'aria

Prima del 25 ottobre Walter Veltroni ha perseguito una campagna denigratoria nei confronti del presidente del Consiglio al solo scopo di riempire una piazza che altrimenti sarebbe stata tristemente vuota. Ha cavalcato ed alimentato tutte le proteste, anche quelle dei gay; perfino le continue puntualizzazioni su Di Pietro, che veniva da lui configurato come "non più alleato", venivano smentite come l'ennesimo segnale di una volontà precisa del leader del Partito democratico: riempire sabato prossimo il Circo Massimo con l’antiberlusconismo militante scevro da ogni proposta politica seria.
Il 25 ottobre è passato, ma quando Di Pietro accusa il premier di essere un "corruttore politico", Veltroni deve stare zitto e non può commentare. Gli viene data una opportunità, forse unica, di scaricare Di Pietro senza che si parli di inciucio, ma lui non la coglie. Perchè? Perchè ci sono le elezioni regionali in Abruzzo? Boh!
Poi, ieri dice: "Si apra subito a Palazzo Chigi un tavolo di confronto e di gestione della crisi così drammatica che attraversiamo". Così il leader Pd parlando nell'Aula della Camera ha chiesto "un tavolo aperto non solo a tutte le parti sociali ma anche ai rappresentanti delle piccole e medie imprese".

Una apertura al dialogo? Forse si. Il PdL spera.
Ma oggi dice: "Berlusconi non è l'uomo delle istituzioni e del dialogo ma è l'uomo della rottura, del conflitto, della contrapposizione frontale".

Lui, che ha taciuto quando il suo alleato Di Pietro parla di "corruttore politico", adesso esterna che Berlusconi non è l'uomo delle istituzioni, quando solo ieri aveva auspicato di sedersi con lui.
Veltroni, se ci sei, batti un colpo. Dove ci vuoi portare? Non ti capiamo.
L'opposizione, o si fa al parlamento, o si fa in piazza. Deciditi. Ma non cambiare idea ogni secondo.
Dai l'impressione di navigare a vista e di dover correggere il tiro dietro una sonora tirata di orecchie. Da D'Alema i giorni pari e da Di Pietro i gioirni dispari.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Presa di posizione di Veltroni su Villari che non si vuole dimettere: «Noi abbiamo raggiunto un'intesa con Palazzo Chigi su un nome di assoluto livello - aggiunge Veltroni - A questo punto il problema non è più mio, ma tutto in casa della destra. Spetta a chi ha questa responsabilità di applicare questa intesa». Prego??? Ma Villari è del PD e la Destra deve sbrogliare la matassa?? Ma questo è proprio scemo: ma crede che gli italiani siano tutti fessi?
Claudio

Anonimo ha detto...

Non c’è nessuna norma che conduce alla sostituzione di un presidente contro la volontà dello stesso.
Per cui il PdL non ha alcun potere su Villari, che è uno del PD, cioè uno "scelto" da Veltroni nelle ultime elezioni politiche.
Il problema è tutto suo.
Gli si può dare un aiutino, e glielo stanno dando sia Fini che Schifani; ma il problema è tutto e slo suo.
ciao Nicola

Anonimo ha detto...

E' al guinzaglio di Di Pietro, lo rincorre per recuperare i votarelli forcaroli e giustizialisti, va a candidare in Abruzzo un dipietrista, dopo quello che è stato fatto a Del Turco (senza che il PD muovesse un dito per difenderlo).Ha gestito la vicenda rai in maniera clownesca, sempre facendo il tappetino a Di Pietro, fino a quando il centrodestra non gli ha tirato...una sola politicamente intelligente.
ciao nic, clem