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martedì 4 novembre 2008

La politica imbarbarita

Il Pdl è stato riammesso alle elezioni regionali abruzzesi dove il 30 novembre e il 1 maggio il centrodestra punta a strappare al centrosinistra la guida della Regione, affidando all'ex sindaco di Teramo Gianni Chiodi il compito di riportare l'amministrazione regionale alla normalità, dopo l'arresto e le dimissioni di Ottaviano Del Turco travolto dalla sanitopoli abruzzese.
Contro di lui, i candidati Carlo Cotantini, dipietrista sostenuto da Pd e Idv, e Rodolfo De Laurentiis, dell'Udc di Casini.
Lo stop alla corsa di Chiodi e del Pdl in Abruzzo, alla fine, è durato poco più di 24 ore. Intorno alle 15 dell'altro ieri la Corte di Appello dell'Aquila avevano decretato la sospensione delle liste collegate a Chiodi, con riserva. Intorno alle 17 di ieri lo stesso collegio le ha riammesse, convinto dalle argomentazioni causidiche proposte dal Pdl che ieri mattina ha illustrato all'ufficio elettorale della Corte di Appello perchè tutte le irregolarità contestate potevano essere sanate, trattandosi solo di vizi formali e comuqnue disponendo in materia di copiosi precedenti giurisdizionali favorevoli alla riammissione. Tesi accolte in pieno dai giudici dell'Aquila, dunque.
Cosa c'entra Di Pietro? NULLA, tranne il fatto che il cafone questa mattina e' tornato a vestire i panni del Pm, recandosi di persona all'Aquila per fornire ai giudici argomentazioni e "materiale probatorio anche filmato" di quelle che a suo dire erano "gravi irregolarità anche sotto il profilo penale" nella composizione di liste e sottoscrizioni dei candidati Pdl.
"Il Pdl non ha rispettato le regole del gioco - commenta amaro Di Pietro - ma noi vogliamo vincere le elezioni sul campo, non a tavolino. Per questo non ricorreremo adesso al tar, fermo restando il nostro diritto-dovere di promuovere eventualmente successivanmente un giudizio di merito".
Invece, in casa Pd, dove fin dall'inizio i big hanno preferito non esporsi su una vicenda affidata "alla sola valutazione della magistratura abruzzese". E, anzi, oggi, a parlare è solo il padre nobile del Pd, l'abruzzese doc Franco Marini, per dire che è un bene che la magistratura abbia rimesso in campo il Pdl. "Sono soddisfatto - commenta l'ex Presidente del Senato- per la decisione presa dalla Corte di Appello de l'Aquila di riammettere la lista Pdl alle elezioni regionali d'Abruzzo. La regione infatti ha bisogno che dalla competizione elettorale emerga un governo pienamente rappresentativo ed autorevole. Questo è richiesto dalla necessità di ridare fiducia agli abruzzesi e da una situazione economica nazionale piena di incognite. Un governo autorevole esce da un confronto elettorale franco e deciso e da una scelta che vede in campo i due schieramenti. Noi vogliamo vincere con il voto dei cittadini"
"Quel che resta di questa vicenda - aggiunge Quagliariello del PdL - è il clima di caccia alle streghe che sta trasformando la lotta politica in Abruzzo in una corrida fatta a colpi di sospetti, di denunce, di intimidazioni. Non è bello vedere la politica trasferirsi presso i tribunali, e non è neppure dignitoso. I nostri esponenti, con buona pace di Di Pietro, alla Corte d'Appello si sono recati solo quando sono stati chiamati, e per difendersi. Anche contro questa inciviltà ora dobbiamo vincere. Da domani saremo in Abruzzo per ricostruire questa brutta vicenda di sciacallaggio e soprattutto per guardare avanti". Con una nota di merito tutta personale a favore di Franco Marini. "Apprezziamo molto le sue parole - dice Quagliariello - che non soltanto confermano il suo senso delle istituzioni ma, soprattutto, rappresentano un argine nei confronti dell'imbarbarimento della lotta politica".
La campagna elettorale dell’IdV invece sembra più una guerra che non un civile confronto e dibattito sui programmi e le cose da fare. La politica sembra essere per Di Pietro un’arena per gladiatori, più che un luogo di discussione e di incontro. Il Tonino nazionale non è affatto soddisfatto del salvataggio della lista di Chiodi e promette battaglia sul tema delle irregolarità elettorali. Ma come, non aveva dichiarato che l’IdV si sarebbe "serenamente rimesso alle decisioni dei Magistrati"? Evidentemente questo vale solo quando i Magistrati fanno quello che pensa lui ed ora non esclude una raffica di ricorsi, a seguito della decisione dell’Ufficio centrale regionale, che ha riammesso la lista del Pdl alle elezioni regionali abruzzesi di fine mese.
E riparte la guerra: “Depositeremo immediatamente una richiesta di accesso agli atti per leggere il provvedimento dell’Ufficio centrale - ha dichiarato con fermezza Alfonso Mascitelli, parlamentare della formazione dipietrista - e, siccome la legge è uguale per tutti, non escludiamo di impugnare la decisione davanti al Tar”. Di Pietro, che nei meccanismi legislativi è esperto, sa che esistono mille cavilli per appellarsi e mettere in pidedi una campagna giudiziaria infinita sulle elezioni abruzzesi. La qual cosa non fa bene all’Abruzzo, ma farà bene all’IdV, ed è solo questo che conta per Di Pietro.

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