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mercoledì 14 maggio 2008

Silvio, l'ecumenico

Il leader del Pd aveva impostato tutta la campagna elettorale sulla necessita' di voltare pagina, riporre le armi della guerra civile strisciante e della delegittimazione reciproca e collaborare alle riforme necessarie al Paese.
Ebbene, il discorso di incoronazione del Berlusconi IV ha stordito l'opposizione.
Il cavaliere si è mostrato ecumenico, generoso di riconoscimenti e pronto al dialogo, moderato nei toni e senza una sbavatura polemica o faziosa, con accenti presi pari pari dal lessico degli (ex) avversari.
Dalla disponibilita' di Berlusconi a riconoscere il Pd e il suo governo ombra come unico interlocutore, si coglie anche l'effetto collaterale di mettere ai margini del gioco politico e parlamentare Udc e Italia dei Valori.
Il leader del Pd ha riunito ieri pomeriggio al loft lo stato maggiore del partito, per discutere le prossime mosse e il tipo di risposta da dare.
Di Pietro ha paragonato la mano tesa di Berlusconi alla zampa del lupo; ed ha parlato del Pd come di una "mosca" attirata inesorabilmente dalla seducente e appiccicosa ragnatela al centro della quale il "ragno Berlusconi" la attende serenamente.
Anche all'interno del Pd c'è preoccupazione; Pierluigi Bersani evocava il pifferaio di Hamelin e avverte che occorre "resistere alla tentazione di ballare alla sua musica". Enrico Letta, evidenzia che Di Pietro si e' "gia' infilato nel varco che abbiamo lasciato aperto", dicendo chiaro che visto che il Pd sembra pronto a "cadere come un allocco" nella trappola di Berlusconi, lui e' pronto a raccogliere il testimone e ad incarnare l'unica vera opposizione "dura e senza compromessi" al governo del Cavaliere. "Rischiamo di regalare a lui e alla Sinistra l'intera prateria del voto anti-berlusconiano, e di finire dissanguati alle Europee del 2009".
Che fare?
Anche se è vero che la situazione del Paese richiederebbe grande unità d’intenti per fare le riforme necessarie, in tempi brevi e soprattutto in profondità, Veltroni deve prima chiarire quale linea si debba seguire nei confronti del sindacato, vero ostacolo a gran parte delle riforme.
Se anche questo argomento venisse cavalcato da Di Pietro, povero PD.

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